Il Sud Africa e le condizioni sociopolitiche del dopo apartheid nelle opere di William Kentridge in mostra a New York
William Kentridge Making Prints: Selected Editions 1998–2021
La Marian Goodman Gallery è una delle più rinomate gallerie a livello internazionale, per il livello delle sue proposte espositive e per il continuo aggiornamento delle proprie attività.
Fondata a New York City alla fine del 1977, la galleria si è ampliata aprendo nuovi spazi espositivi nelle principali capitali del mercato dell’arte, nel 1995 a Parigi e nel 2014 a Londra.
Dal 16 marzo 2021 la sede di New York ospita la mostra di uno degli autori più volte proposti dalla Galleria William Kentridge.
Nato a Johannesburg nel 1955, ove vive e lavora, Kentridge è l’artista sudafricano più noto a livello internazionale e uno dei più apprezzati dal mercato, dalla critica e dal mondo Accademico.
Artista versatile nel suo lavoro unisce politica e poetica.
Le sue opere trattano infatti argomenti come l’apartheid, il colonialismo e il totalitarismo, accompagnati da parti oniriche, sfumature liriche o pezzi comici.
Questa unione permette che i suoi messaggi siano al tempo stesso potenti e affascinanti.
Le mostre nelle più attive gallerie e in prestigiosi musei, i premi e riconoscimenti ricevuti, i dottorati onorari e la nomina ad Accademico Onorario della Royal Academy di Londra (2015) testimoniano il ruolo che l’artista africano ha conquistato nel mondo dell’arte.
Kentridge si esprime in una vasta gamma di media; disegno, pittura, scultura, incisione, performance, film e teatro sono utilizzati con la medesima abilità e resa espressiva.
Famosi sono i suoi film di animazione creati da disegni a carboncino e le sue partecipazioni come attore, regista e disegnatore in produzioni teatrali in SudAfrica.
Il suo lavoro è come un processo di registrazione della storia, costruito da frammenti riconfigurati per arrivare a una comprensione provvisoria del passato.
La sua ricerca artistica lo porta infatti a registrare, smembrare e riordinare tutto ciò che lo circonda per portare il visitatore a riflettere sulle condizioni umane.