L’opera fotografica di Ursula Schulz-Dornburg è, purtroppo, di grande attualità alla fredda luce del presente
Ursula Schulz-Dornburg: Memoryscapes – Mostra Londra
LONDRA – Large Glass 392 Caledonian Road London N1 1DN
Dal 13/05 al 01/07/2023
Large Glass è una galleria d’arte contemporanea creata a Londra nel 2011 come alternativa alla scena delle gallerie commerciali tradizionali.
Prende il nome dalla celebre opera di Marcel Duchamp e, come la sua pratica, l’arte esposta può essere allo stesso tempo concettuale, materiale e giocosa.
La galleria ha sede vicino a Kings Cross, ai margini del centro di Londra, e sin dal suo inizio ha raccolto un buon pubblico per il suo programma internazionale, originale e curioso.
Dal 13 maggio la galleria presenta la mostra fotografica Memoryscapes/ Paesaggi della memoria dell’artista tedesca nata a Berlino nel 1938 Ursula Schulz-Dornburg.
Nel 2000 la fotografa aveva visitato il Museo statale russo dell’Artico e dell’Antartide, portando con sé una piccola fotocamera ixus.
In quel luogo fu colpita dalla visione, un po’ trionfalista che il museo sovietico presentava, della corsa allo spazio e agli armamenti, nonché delle rivalità e competizioni sui territori artici ed antartici per colonizzare e sfruttare le loro preziose risorse naturali.
Le sue foto descrivono l’abilità tecnologica dell’URSS attraverso il loro coinvolgimento in missioni di salvataggio “eroiche”, alimentando una narrativa nazionalista.
Eppure, navi come quella che si vedono in queste fotografie venivano utilizzate per il trasporto di prigionieri, molti dei quali soffrivano o perdevano la vita in condizioni inabitabili.
Nel 2012, Ursula Schulz-Dornburg si è poi recata nel nord-est del Kazakistan per fotografare i resti del più grande programma di armi nucleari dell’Unione Sovietica.
Situato in una vasta area a sud-ovest della città di Kurchatov, Opytnoe Pole era un tempo un laboratorio top secret a cielo aperto, utilizzato per misurare e registrare gli effetti devastanti delle armi nucleari.
Scattate quasi vent’anni dopo la chiusura della struttura, le fotografie di Schulz-Dornburg ritraggono un paesaggio desolato, privo di vita e che ancora soffre gli effetti delle radiazioni.
L’area è stata saccheggiata dopo la sua chiusura nel 1991 – un atto che ha inavvertitamente disperso materiale radioattivo in tutto il continente – e successivamente oggetto di un’intensa operazione di bonifica da parte delle autorità kazake, russe e statunitensi.
È un paesaggio ancora carico dei manufatti di un’architettura costruita per essere distrutta.
L’opera di Ursula Schulz-Dornburg è, purtroppo, di grande attualità alla fredda luce del presente.