L’influenza di Duchamp in molti artisti del Novecento fu come una specie di incantesimo
Fondazione Antonio dalle Nogare di Bolzano propone la mostra Under the Spell of Duchamp, fino al 25 dicembre
La Fondazione Antonio dalle Nogare è un museo d’arte contemporanea con sede a Bolzano.
Presenta un ricco programma di attività che comprende mostre su artisti concettuali storici degli anni Sessanta e Settanta, progetti espositivi innovativi di artisti emergenti, performance di danza e di teatro e attività educative e di ricerca grazie anche alla presenza di una ricca biblioteca.
La Fondazione promuove mostre e residenze d’artista in cui la sede stessa, realizzata attraverso una progettazione sostenibile, diviene fonte d’ispirazione per l’attività creativa e luogo di intreccio tra dimensione museale e quotidianità, nel contesto del territorio dell’Alto Adige.
Dal 13 aprile 2024 la Fondazione presenta una mostra di lunga durata che fa riferimento all’influenza su artiste e artisti del secolo scorso di Marcel Duchamp (1887 -1968), artista che ha segnato la storia dell’arte del primo Novecento, partecipando ai più importanti movimenti artistici e padre del movimento Dada.
La mostra, dal titolo Under the Spell of Duchamp/Sotto l’incantesimo di Duchamp è curata da Elena Brioschi e mette in evidenza la straordinaria presenza di Duchamp nella storia dell’arte, la sua forza innovativa che lo fa considerare il preconizzatore dell’arte concettuale ante litteram. poiché il suo desiderio di liberare l’artista dal giogo della produzione di opere – create col solo intento di appagare la “visione retinica” – e il suo desiderio di desacralizzare il gesto artistico inteso come furore creativo, hanno provocato negli artisti delle generazioni successive riflessioni sull’essenza stessa del fare arte.
L’idea, il processo, il momento progettuale, diventano così più importanti dell’oggetto residuale che, in conseguenza di questi, prende forma, o semplicemente “appare”.
La mostra ha il proprio fulcro in una delle opere iconiche del maestro francese: La Boîte en Valise/Scatola in valigia valigetta da viaggio realizzata in più copie che raccolgono ciascuna sessantanove riproduzioni e miniaturizzazioni di celebri lavori del poliedrico e dissacrante artista francese.
Con la Boîte-en-Valise, Duchamp intraprese uno dei suoi progetti più ambiziosi: un museo portatile di repliche creato con l’aiuto di elaborate tecniche di riproduzione come il pochoir, simile allo stencil.
In questo modo l’artista condusse fino alle ultime battute la rivoluzionaria operazione avviata attraverso i ready-made, dando il via a una parodia estrema dell’arte e dei meccanismi creativi, che colpisce al cuore l’idea stessa di museo.
Concepita durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e assemblata in diverse serie lungo i decenni successivi, per un totale di 300 esemplari, questa valigetta costituisce infatti una specie di museo personale portatile.
Attorno a La Boîte en Valise ruotano altre recenti acquisizioni della Collezione.
Nelle due sale del primo piano della Fondazione una selezione di opere, per la maggior parte di recente acquisizione, è allestita in un dialogo libero e inatteso con La Boîte en Valise.
Nella sala dove l’opera è aperta e dispiegata, a mostrare gran parte del proprio contenuto all’interno di una teca posta al suo centro, le pareti circostanti sono occupate da importanti artisti del XX secolo, la cui poetica può essere messa in relazione con alcune delle più sovversive pratiche duchampiane.
Si trovano infatti opere di Christo, Edward Kienholz, Breer, Cadere, De Maria.
All’interno della seconda sala, invece, le opere sono suddivise in aree che possono essere individuate da idee chiave, che hanno risonanza con alcuni principi fondativi dell’arte concettuale con opere di Buren, Mosset, Parmentier, Toroni, Posenenske, Tilson e ancora, distinti per tipologia di ricerca, García Torres, Byrne, Broodthaers, García, Pietroiusti.