Le forme tubolari dell’artista coreano Lee Seung Jio incontrano le tele estroflesse di Agostino Bonalumi, in una comune atmosfera monocromatica
La Galleria Mazzoleni presenta a Londra la mostra The Paradox of Proximity, di Agostino Bonalumi and Lee Seung Jio a cura di Marco Scotini
La galleria Mazzoleni è stata fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, come naturale evoluzione della collezione privata iniziata nella prima metà degli anni ’50.
La sede torinese, che occupa due piani dello storico Palazzo Panizza in piazza Solferino, è stata affiancata dal 2014 da quella di Londra, nel distretto artistico di Mayfair.
A Londra la galleria si è dedicata a collaborare con artisti contemporanei di spicco, promuovendo l’arte italiana contemporanea sul palcoscenico internazionale.
In questa linea di programmazione si colloca la mostra The Paradox of Proximity: Agostino Bonalumi and Lee Seung Jio aperta a Londra da mercoledì 11 ottobre 2023 e realizzata in collaborazione con la Kukje Gallery.
L’esposizione a cura dello scrittore, critico d’arte e curatore italiano Marco Scotini si avvale dell’apporto collaborativo dell’Archivio Agostino Bonalumi di Milano e l’Estate of Lee Seung Jio di Seoul.
Nato a Vimercate nel 1935 e morto a Desio nel 2013 Agostino Bonalumi è considerato una delle figure più rilevanti dell’arte astratta del Novecento.
Personalità vivace, Agostino Bonalumi affronta la pittura da autodidatta frequentando artisti come Enrico Baj, Piero Manzoni ed Enrico Castellani, con il quale nel 1959 fonda la rivista “Azimuth”.
Frequenta poi lo studio di Lucio Fontana, iniziando una ricerca incentrata sullo spazio che lo porta a realizzare le prime “estroflessioni“: opere che l’artista definisce Pitture-Oggetto, ottenute grazie a telai e strutture che, poste sul retro della tela, ne comportano la tensione e la deformazione.
Lee Seung Jio (1941-1990) è un pioniere dell’astrazione geometrica coreana emerso con il gruppo di artisti d’avanguardia negli anni ’60.
Nel 1962, Lee ha co-fondato l’Origin Group insieme ai suoi contemporanei Suh Seung-Won e Choi Myoung-Young, un movimento che persegue un ritorno alla pura forma d’arte.
Nel corso dei suoi 25 anni di carriera, Lee ha stabilito la propria identità attraverso il concetto di “nucleo” sviluppando le sue forme astratte a forma di tubo come elemento integrante dei suoi dipinti, visualizzando l’interazione tra piano piatto e profondità ottica.
Nell’intima atmosfera degli spazi di Londra la galleria presenta di Lee Seung Jio, in particolare, la serie Nucleus.
In essa le forme cilindriche “tubolari” sfidano la nozione di percezione ottica, svolgendo un ruolo fondamentale nella definizione del modernismo coreano.
Queste opere sono esposte insieme alle estroflessioni di Agostino Bonalumi, che cercano una nuova dimensione dello spazio attraverso tele monocromatiche sagomate, ognuna delle quali prende il nome da un colore specifico.
La mostra accosta diverse opere di Bonalumi in bianco, come Bianco (1973), alle opere Nucleus di Lee Seung Jio in grigio scuro e nero, come Nucleus 73-18 (1973), evidenziando i vari fattori che li avvicinano tra cui il loro carattere monocromo.