Al Castello Ursino di Catania, sessanta scatti inediti del grande fotografo Gabriele Basilico testimoniano le trasformazioni urbane tra gli anni Ottanta e i Duemila.
Territori Intermedi (di Gabriele Basilico)
Il 17 settembre 21 Catania ha aperto le porte dell’antico Castello Ursino alla fotografia di Gabriele Basilico.
Fino al 6 gennaio 2022 sarà possibile visitare la mostra Territori Intermedi, promossa dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico in collaborazione con l’Archivio Basilico e curata da Filippo Maggia.
Il progetto nasce come riflessione su un’importante e fondamentale parte del lavoro di Basilico che fino a oggi non era ancora stata approfondita.
Si tratta di fotografie realizzate in parte come studi o lasciate da parte per esigenze precise derivanti dalla committenza.
Gabriele Basilico è stato uno dei massimi interpreti della fotografia del paesaggio urbano, ammirato e seguito anche al di fuori dei confini nazionali.
E’ stato vincitore di numerosi riconoscimenti fra cui “L’Osella d’oro per la fotografia d’architettura contemporanea” della Biennale di Venezia.
Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali (tra cui MAXXI di Roma, International Center of Photography di New York, MoMA di New York, San Francisco Museum of Modern Art, Centre Georges Pompidou di parigi) e sono state esposte in musei e gallerie in tutto il mondo.
Sono esposte 60 opere in diversi formati che arrivano fino a 100 x 130 cm, quasi tutte inedite, scelte e selezionate dallo stesso Basilico.
Mai pubblicate né presentate in esposizioni personali o collettive, salvo rari casi, furono eseguite dalla metà degli anni Ottanta sino al primo decennio Duemila.
Sono inedite riflessioni sul concetto di spazio e di forma, che hanno rappresentato il focus della ricerca del grande fotografo scomparso prematuramente nel 2013.
Lo spessore della luce e la scelta prospettica adottati da Basilico contribuiscono a determinare l’equilibrio formale fra i volumi inducendo a una corretta lettura dell’immagine, attraverso quell’atto di sospensione e contemplazione molte volte sottolineato dallo stesso fotografo come momento fondamentale nell’osservazione del paesaggio, di qualunque natura esso sia e si presenti.