Serafino Valla – L’eterno ritorno in Emilia
Serafino Valla – L’eterno ritorno in Emilia: una mostra a Reggiolo, Palazzo Sartoretti, celebra l’artista a dieci anni dalla sua scomparsa
Una mostra a Reggiolo, Palazzo Sartoretti celebra l’artista emiliano a dieci anni dalla sua scomparsa
Dal 9 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, gli storici spazi di Palazzo Sartoretti a Reggiolo (RE) ospiteranno la mostra monografica “Serafino Valla. L’eterno ritorno in Emilia”, curata da Federica Merighi. L’esposizione celebra l’opera e la figura di Serafino Valla (1919-2014), un artista introverso, autodidatta e legato alla sua terra, a dieci anni dalla sua scomparsa.
A Reggiolo, Palazzo Sartoretti, un viaggio tra pittura, scultura e filosofia
La mostra propone un percorso attraverso sessanta opere dell’artista, realizzate tra il 1963 e il 2011, che spaziano dalla pittura alla scultura, dal disegno all’incisione. Ogni opera è un’immersione nei paesaggi emiliani, nella natura e nelle scene di vita quotidiana che hanno segnato la vita e la carriera di Valla. Tra gli elementi distintivi, emerge la figura dell’uomo con il cappello, ricorrente in molti dei suoi lavori. Questo simbolo diventa un invito all’osservatore a intraprendere un viaggio introspettivo, alla scoperta di se stessi e della propria identità.
Il critico d’arte Giammarco Puntelli, che terrà una conferenza il giorno dell’inaugurazione, descrive Valla non solo come un pittore naïf nel senso classico del termine, ma come un “poeta del colore”, capace di raccontare la condizione umana nelle sue sfaccettature più profonde.
Serafino Valla – L’eterno ritorno in Emilia
La dimensione spirituale e il ritorno “a casa”
Per Giuseppina Valla, figlia dell’artista e curatrice delle sue opere, questa mostra rappresenta un ritorno emozionante delle creazioni del padre nel cuore della sua Emilia. In occasione della mostra, una scultura dell’artista, Vangatore (1992), entrerà a far parte della collezione permanente di Palazzo Sartoretti, che già custodisce tre dipinti di Valla.
Il rapporto di Valla con la sua terra è stato centrale nel suo percorso artistico. Cresciuto a Luzzara e vissuto a Reggiolo, la sua arte trae forza dall’osservazione del mondo naturale e dal legame profondo con il territorio e le persone che lo abitano. I paesaggi lungo il fiume Po, che l’artista amava esplorare, diventano scenari di riflessione e di meditazione esistenziale.
Un percorso artistico tra luci e ombre
Serafino Valla si colloca all’interno della tradizione dei pittori naïf, ma se ne distingue per una visione artistica più razionale e filosofica. Le sue opere, come racconta la sua biografia, nascono da esperienze di vita intense e talvolta dolorose. Dopo aver partecipato alla campagna di Russia durante la Seconda guerra mondiale, Valla si dedicò alla ricerca di un senso più profondo del suo esistere, trovando nell’arte una via di espressione delle sue inquietudini e della sua spiritualità.
Durante gli anni Sessanta, Valla ha iniziato ad esporre le sue opere e fu scoperto da Cesare Zavattini, una figura chiave nella valorizzazione dei pittori naïf italiani. Negli anni successivi, il suo lavoro è stato esposto sia in Italia che all’estero, da Milano a Berlino, da Napoli a Abu Dhabi, consolidando la sua presenza nel panorama artistico internazionale.