I coniugi Ruth e Giancarlo Moro, oggi ottantenni, sono due figure di artista tra le più significative del territorio ticinese

Il Museo comunale d’Arte Moderna di Ascona ospita la mostra RUTH E GIANCARLO MORO. Gioco di specchi, fino al 5 gennaio 2025

Ascona è un comune svizzero del Cantone Ticino, sul Lago Maggiore.

A partire dagli anni Sessanta del XX secolo lo sviluppo urbanistico della zona ha di fatto unito l’abitato a quello di Locarno.

Dal 15 settembre 2024 il Museo presenta RUTH E GIANCARLO MORO. Gioco di specchi una selezione dei lavori dei due artisti, nate da più di cinquant’anni di vita in comune e di condivisione creativa.

Curata da Mara Folini la mostra rende omaggio ai coniugi Ruth (Svitto 1944) e Giancarlo Moro (Ginevra 1944), due figure di artista tra le più significative del territorio ticinese.

Ruth e Giancarlo Moro si sono formati nell’àmbito delle avanguardie degli anni Sessanta.

Entrambi hanno seguito idealmente quella linea analitica tipicamente nordica che, dalle esperienze astratte di Kandinsky e di Klee, attraverso la Bauhaus, giunge alle radicali proposte minimaliste degli anni settanta.

Innovazioni anticipate nel 1915 dal famoso “Quadrangolo” nero di Kazimir Malevic.

In Ticino, nel 1971, le loro riflessioni in ambito astratto si affinano verso un sintetismo minimalista, ancora più astratto ed essenziale.

In Gioco di specchi si evidenzia come, pur lavorando con stili e modalità diversi, i lavori dell’una sembrano riflettersi in quelli dell’altro, per una forte assonanza nella scelta dei colori, per la stessa analisi rigorosa nella realizzazione compositiva e, soprattutto, per il comune interesse per l’universo formale orientale, essenziale, cosmico e olistico.

Ruth lavora usando come materia prima i frutti della natura, foglie, brattee, follicoli, samare e steli, da cui ricava delle pure forme strutturalmente essenziali, che a volte immerge nel colore, per poi comporle, assemblarle, trasformarle in reticoli.

Giancarlo distilla i freddi puri colori a olio del cielo – blu, verde, indaco – o, meno spesso, quelli più caldi del sole – rosso, giallo, arancioni, dedicandosi totalmente alla pittura in senso astratto.