Per Roberto Ghezzi le sue opere non rappresentano ma sono il paesaggio. La loro realizzazione è il frutto di un’azione congiunta tra l’artista e la natura, l’acqua in particolare.
ROBERTO GHEZZI. Acque Naturografie
VENEZIA – T Fontego dei Tedeschi /galleria Calle del Fontego dei tedeschi – Ponte di Rialto
Dal 03/02 al 01/05/2023
L’imponente palazzo a due passi dal Ponte di Rialto, costruito nel XII secolo come spazio di riferimento dei grandi traffici commerciali della Serenissima con il nord Europa e la Germania in particolare, è recentemente ritornato alla vocazione commerciale originale.
Oggi il complesso ospita uno store del lusso con negozi, vetrine commerciali, spazi espositivi e una terrazza panoramica con una splendida vista sulla città.
Dal 3 febbraio lo spazio espositivo ospita la mostra Acque Naturografie di Roberto Ghezzi.
Nato a Cortona nel 1978, la formazione di Roberto Ghezzi prende avvio all’interno dello studio di scultura di famiglia e si perfeziona all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Inizia ad esporre negli anni Novanta e i suoi esordi sono legati alla pittura.
Negli anni matura un disegno concettuale che, muovendo da riflessioni e sperimentazioni sulla natura, a partire dalla pittura, trova espressione in un corpus di lavori inediti, da lui stesso denominati, mediante un neologismo, Naturografie©.
Si tratta di creazioni inedite, che nascono da studi e sperimentazioni su luoghi naturali, spesso incontaminati, e il cui nome stesso ha in sé il concetto fondante sia del risultato finale che del processo.
Quest’ultimo è parte integrante dell’opera, in un viaggio all’origine del rapporto tra artista e natura, dove il supporto è spazio di comunione tra essi.
L’artista crea con la natura ma, al tempo stesso, sovraintende ad ogni fase della creazione: dalla determinazione delle variabili iniziali, al fattore tempo, fino alla forma finale.
Secondo l’artista Le opere non rappresentano il paesaggio, sono il paesaggio”.
Nel corso degli anni Ghezzi ha abbandonato la rappresentazione della natura per intraprendere con lei la strada del dialogo, realizzando particolari supporti di tessuto, tele bianche su cui essa possa raffigurarsi liberamente: per la creazione delle naturografie, l’artista sceglie il luogo dell’installazione e la tipologia di tessuto, che viene lasciato parzialmente immerso nell’acqua, demandando così al tempo e alla natura stessa il completamento dell’opera.
La luce, il vento e la pioggia, le piante e gli organismi che vivono in quelle acque agiscono sulle tele per creare paesaggi vivi e sempre diversi.
Per la realizzazione delle opere in mostra da febbraio, Ghezzi ha applicato la sua particolare tecnica al largo delle acque della laguna veneta, tra l’Oasi naturale di Valle Averto fino alle aree più urbanizzate dell’Arsenale di Venezia e alle barene “rinaturalizzate”.