Memorie intime ma ricche di effetti di luce nelle polaroid di Robby Müller, uno dei più apprezzati direttori della fotografia nel mondo cinematografico
La Marian Goodman Gallery di Parigi presenta la mostra fotografica Robby Müller: Polaroïds, fino al 27 aprile
Il 7 marzo 2024 si è aperta a Parigi, negli spazi della Galleria Marian Goodman la mostra Robby Müller: Polaroïds, una selezione di fotografie scelte dall’eccezionale archivio di oltre 2.000 Polaroid di Robby Müller (1940-2018), conosciuto come uno dei direttori della fotografia più influenti a livello internazionale.
Le sue foto, spesso scattate nel tempo libero mentre lavorava a film, molti dei quali diretti da Wim Wenders e Jim Jarmusch tra l’inizio degli anni ’70 e la fine degli anni ’90, inizialmente non erano destinate ad essere esposte.
Queste istantanee intime e personali, catturate in momenti di solitudine, contestualizzano il mondo attraverso i suoi occhi.
Come direttore della fotografia, Müller ha scelto di lavorare con registi che avevano qualcosa da dire sulla vita; le sue Polaroid testimoniano la sua visione umile e poetica della vita.
Le Polaroid mostrano una fusione di still life cinematografiche, paesaggi, paesaggi urbani e vedute di interni, girati principalmente in diverse città degli Stati Uniti, con grande sensibilità per la luce, trattata in modo riverente, quasi come il suo illustre conterraneo olandese Vermeer in pittura.
Si va dall’ insegna al neon di un motel a Santa Fe, ai lampioni di Los Angeles, al gioco di ombre su un muro a Memphis fino alla Torre Eiffel illuminata a Parigi, queste immagini eclettiche interpretano diversi gradi di luminosità.
Mentre lavorava a lungometraggi, Müller trascorse mesi in viaggio, dormendo in camere d’albergo dove osservava i riflessi su specchi, finestre o schermi televisivi, notava le particolarità della luce proiettata da una lampada da tavolo e discerneva i raggi del sole che scendevano su un caffettiera o forare le persiane.
E coglieva il tutto con l’immediatezza della Polaroid.
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