REENA SAINI KALLAT. What the sky won’t say, the ground will

- DATA INIZIO: 12/09/2024

- DATA FINE: 26/10/2024

- LUOGO: ROMA – Galleria Richard Saltoun

- INDIRIZZO: Via Margutta 48 a e 48 b

- TEL: +39 06 86678 388

In mostra a Roma la potente istallazione di Reena Saini KALLAT, riconosciuta come una delle principali artiste contemporanee dell’India

Galleria Richard Saltoun di Roma ospita la mostra REENA SAINI KALLAT. What the sky won’t say, the ground will

 

Galleria Richard Saltoun di Roma ospita la mostra REENA SAINI KALLAT. What the sky won't say, the ground will
Opera di REENA SAINI KALLAT
Fonte:https://www.richardsaltoun.com/exhibitions/129-reena-saini-kallat-what-the-sky-won-t-say-the-ground-will/

 

Il 12 settembre 2024 la Galleria internazionale Richard Saltoun con sedi a Londra, New York e Roma, apre la mostra inaugurale della galleria italiana con Reena Saini KALLAT che presenta What the sky won’t say, the ground will/ Ciò che il cielo non dirà, lo dirà la terra.

Riconosciuta come una delle principali artiste contemporanee dell’India, la pratica artistica di Reena Saini KALLAT (Nuova Delhi 1973) indaga i confini nazionali e geografici, i conflitti geopolitici e le loro conseguenze durature sull’umanità e sull’ambiente.

What the sky won’t say, the ground will riporterà alcune delle sue serie più significative create nell’ultimo decennio.

Uno dei punti salienti sarà la più recente iterazione dell’opera Woven Chronicle, precedentemente esposta al Kunstmuseum Thun, Svizzera (2022), ICA, Boston (2019) e al MoMA, New York (2016/17) tra altre istituzioni più importanti.

La monumentale installazione mappa le impronte ambientali delle nazioni utilizzando un sistema di fili elettrici codificati a colori che illustra vividamente le disparità nel consumo delle risorse tra il Nord e il Sud globale.

I paesaggi fluviali sono centrali nell’indagine artistica di Kallat, dato il loro ruolo complesso nel nostro fragile paesaggio ecologico e sociale contemporaneo.

Un notevole lavoro iniziale, 2 Degrees del 2010, è stato presentato in The River Project al Campbelltown Art Centre di Sydney.

Water Book, mostra linee tracciate che segnano i confini di paesi in disputa su specchi d’acqua condivisi, che per natura trascendono i confini nazionali (come il Reno, il Tago, lo Shatt-Al-Arab o il Nilo).

Kallat estende le sue linee delicate e increspate su una serie di pagine pieghevoli, evocando le interruzioni sulle acque contese mentre si intersecano con divisioni create dall’uomo per creare modelli che armonizzano elementi naturali e artificiali.

Una mostra di grande impatto in cui l’artista indiana utilizza strutture visive familiari come mappe, tabelloni ottometrici e quaderni scolastici insieme a materiali carichi come il filo spinato, per mostrare al pubblico i pregiudizi e la violenza intrinseci e invisibili dei sistemi di classificazione, gerarchia e controllo apparentemente neutri.

What the sky won’t say, the ground will invita alla riflessione sulle divisioni artificiali che plasmano il nostro mondo e sull’interconnessione sottostante che può e deve continuare a sfidare questi confini.

ORARI DI APERTURA

  • martedì >venerdì, 10.30 – 19.00
  • Sabato, 11.00 – 18.00

INFO

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