Artisti emergenti che affrontano i temi ecologici nell’ambito del festiva Tetrum Botanicum al PAV di Torino

Il PAV/Parco Arte Vivente di Torino ospita la mostra Recombinant Ecologies, evento aperto al pubblico dal 3 al 20 ottobre

PAV/ Parco Arte Vivente di Torino è un Centro sperimentale d’arte contemporanea, che comprende un sito espositivo all’aria aperta e un museo interattivo inteso quale luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti.

Il Parco è un territorio verde in continua evoluzione e occupa un’area ex-industriale di circa 23.000 mq.

Dal 3 ottobre 2024 PAV presenta la mostra Recombinant Ecologies, che si inserisce all’interno del festival Teatrum Botanicum che propone eventi dedicati ad artisti emergenti, le cui pratiche sono legate a tematiche ecologiche.

La mostra, curata da Andris Brinkmanis, affronta il concetto di Recombinant Ecologies e si presenta come una collettiva tematica.

Essa propone infatti diverse visioni degli artisti in mostra, studenti e alunni del Dipartimento di Arti Visive della sede di Milano di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.

Sono Gabriele Carrera, Elisa Ceneri, Martina Ferrari, Edna Gee, Arianna Maria Leva, Nicolò Minisi, Giacomo Segantin, Mario Uliassi e di Filippo B. Chilelli (Collettivo Pessima).

Contribuendo a fornire un personale panorama sulla situazione attuale delle tematiche ecologiche,  questi artisti danno forma a una pluralità di contesti e punti di vista.

All’interno del festival si inseriscono anche i lavori performativi di altri studenti e alunni dell’Area Visual Arts di NABA Penelope Andronico, Nicolò Minisi, Marte Gastaldello e Marlee Wilson, insieme a Luca Frati e Simona Coltello (Collettivo Pessima) che generano momenti simbiotici e relazionali tra lo spazio, sia fisico che mentale, e i corpi ricombinati.

La mostra invita il visitatore a guardare l’ambiente, urbano e non, con una nuova prospettiva, superando la dicotomia tra ambito naturale e culturale.

Non esiste più una natura intatta che non rifletta anche i cambiamenti politici, sociali e culturali, ma forse, per questo motivo, le nuove generazioni hanno un rapporto diverso con gli elementi naturali, un rapporto fluido, queer, una sorta di interspecismo adattivo dove l’identità e status quo sono sempre ibridi e in continuo cambiamento.