Un dialogo ideale tra l’artista svizzero-romeno Daniel Spoerri, deceduto da pochi giorni, con quattro artisti più giovani che in modi diversi declinano la sua poetica
Galleria Gaburro di Milano ospita la mostra Quello che vedete non è né cibo, né arte, aperta fino al 31 gennaio 2025
Nata nel 1995 la Galleria Gaburro di Milano vanta la presenza nei suoi spazi espositivi di Milano e Verona dei più interessanti artisti contemporanei italiani e internazionali.
Nella sua programmazione la Galleria ispira sempre la sua azione al concetto di project gallery, dove ogni progetto nasce dall’interscambio tra l’artista, il curatore e la galleria, ed è concepito ad hoc per gli spazi espositivi stessi.
Si è inaugurata il 29 ottobre negli spazi della sede milanese della Galleria Quello che vedete non è né cibo, né arte, una mostra collettiva che, a partire dall’aforisma dell’artista romeno naturalizzato svizzero Daniel Spoerri, rilegge la poetica del Maestro attraverso lo sguardo di una nuova generazione di artisti.
L’esposizione vuole costruire un dialogo intergenerazionale e intermediale a partire da Spoerri che conserva e preserva scene di vita ordinaria facendo riferimento alle ritualità spettacolari del consumo dei pasti o di qualsiasi azione.
Inserendosi in un’ampia riflessione sulla quotidianità, sulla ritualità, sull’alchimia e sul cibo quattro artisti declinano, consapevolmente e in modo sempre differente, un aspetto della poetica di Spoerri.
La mostra, curata da Matteo Sabeni, presenta lavori di Iain Andrews, Leda Bourgogne, Nebojsa Despotovic e Malte Zenses che interpretano, in dialogo con Daniel Spoerri, l’alchimia della tavola, dove tutto è una trasformazione costante e ripetuta della realtà.
Daniel Spoerri (Galați, Romania 27 marzo 1930 – Vienna, 6 novembre 2024) ha segnato una svolta nella storia dell’arte preservando scene di vita quotidiana, come i rituali legati al consumo dei pasti.
La sua pratica, in linea con il Nouveau Réalisme, consiste nel repêchage di oggetti consunti, de-contestualizzandoli per renderli altro.
Nei suoi tableau-piège (quadri trappola), ricostruisce le architetture delle tavole imbandite, intrecciando simbolismi e suggestioni intime e biografiche.
Iain Andrews (1974) è un pittore inglese che cattura un’atmosfera surreale e un dolore esistenziale, liberando l’arte attraverso la leggerezza del gesto pittorico.
Leda Bourgogne (1989) artista austriaca che vive e lavora a Londra, esplora il tema dell’auto-difesa e dell’auto-controllo.
Nebojsa Despotovic (1982) artista serba, appartiene al gruppo dei pittori più interessanti emersi dagli Atelier dell’Accademia di Venezia negli ultimi quindici anni.
Nelle sue opere l’artista celebra la pittura come narrazione intima e personale.
Malte Zenses (1987) con le sue opere sviluppa una poetica che esplora memoria e oblio, offrendo un’educazione al ricordo e alle sensazioni che ci ancorano alla realtà e alla vita.