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Angelo Tabaro

Un nuovo servizio della Biblioteca del MAMBo/ Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Da metà marzo nuove alternative di accesso alla conoscenza attraverso la possibilità di approfondire con contenuti video il percorso presentato in collezione permanente

Un nuovo servizio della Biblioteca del MAMBo/ Museo d’Arte Moderna di Bologna.

MAMBo Bologna
Sede Museo MAMBo Bologna

Nel 1994 IFLA, Federazione internazionale delle associazioni e istituzioni bibliotecarie, assieme all’UNESCO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, hanno emanato un Manifesto sulle biblioteche pubbliche.

Il Manifesto si poneva l’obiettivo di promuovere la nascita e la diffusione di servizi bibliotecari e informativi di elevata qualità e sostenere la conoscenza del loro valore, poiché in essi può trovare attuazione il principio della libertà di accesso alle informazioni, alle idee e alle opere dell’ingegno, contenuto nell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Le biblioteche svolgono un ruolo, infatti, importante nello sviluppo e nel consolidamento di una società democratica permettendo a ciascuno di avere accesso a un’ampia e variegata gamma di conoscenze, idee e opinioni.

Qualsiasi potenziamento dei servizi offerti al cittadino dalle biblioteche pubbliche rappresenta pertanto un contributo all’attuazione dei principi contenuti nel Manifesto.

Un esempio ci viene offerto dalla Biblioteca del MAMBo- Museo d’Arte Moderna di Bologna che da metà marzo offre nuove alternative di accesso alla conoscenza attraverso l’offerta al pubblico della possibilità di approfondire con contenuti video il percorso presentato in collezione permanente attraverso una nuova sezione Rilevamenti d’archivio. Le Settimane Internazionali della Performance e gli anni ’60 e ’70 a Bologna e in Emilia-Romagna.

Il progetto, curato da Uliana Zanetti e realizzato con il sostegno finanziario e operativo del Trust per L’arte Contemporanea ( http://www.museibologna.it/documenti/102918 ), permette di visionare oltre ai video già visibili in collezione tutta una serie di contenuti extra offerti con una modalità di fruizione più comoda e con tempistiche più dilatate rispetto a quelle della visita museale.

Rilevamenti d’archivio si inserisce in un programma di riallestimento “a tappe” delle collezioni del MAMbo, il cui filo conduttore è l’individuazione di specifiche congiunture geografico-temporali, riferite all’arte italiana degli ultimi decenni, delle quali il museo conserva significative testimonianze.

La nuova sezione si sviluppa come una sorta di regesto illustrato, volto a contestualizzare le Settimane Internazionali della Performance che si tennero tra il 1977 e il 1982 all’interno del ricco panorama di fenomeni creativi che caratterizzò l’intera Emilia-Romagna in quegli anni.

Integrando la propria documentazione con immagini, documenti, filmati provenienti dagli archivi di altre istituzioni pubbliche e da raccolte private, il MAMbo tenta una prima articolata ricognizione delle connessioni intercorrenti tra diversi fenomeni coevi e tra manifestazioni culturali indipendenti ed eventi di natura istituzionale, con un progetto che si sviluppa attraverso 18 capitoli, ciascuno dedicato a un episodio significativo dell’evoluzione della Performance in Emilia-Romagna.

Prendendo le mosse dalle sperimentazioni di Pier Paolo e Lamberto CalzolariLuigi OntaniGianni Castagnoli ed altri artisti attivi negli studi di Palazzo Bentivoglio alla fine degli anni ’60 del XX secolo, la rassegna documenta altri episodi rilevanti di quegli anni, come Parole sui muri, manifestazione che si svolse a Fiumalbo nel 1967 e nel 1968, e la mostra Gennaio 70, prima rassegna italiana in cui comparvero video-opere e video performance appositamente realizzate.
Vengono poi illustrate le partecipazioni di Gino De Dominicis e Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972, la presenza della performance nelle gallerie private bolognesi e le prime performance, rispettivamente di Fabio Mauri e di Gina Pane, eseguite alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1975 e nel 1976.
C’è poi il capitolo dedicato allo stand di Rosanna Chiessi e Peppe Morra ad Arte Fiera 1976 e quello relativo alle attività didattiche di Giuliano Scabia e Gianni Celati al DAMS.

Su questo sfondo si colloca la presentazione delle sei edizioni delle Settimane Internazionali della Performance curate da Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, con un ulteriore capitolo dedicato all’evento Alla Ricerca del silenzio perduto. Il treno di John Cage che il compositore americano creò a Bologna nel 1978.

Le Settimane Internazionali della Performance suscitarono allora uno straordinario interesse e sono tra le manifestazioni più conosciute e studiate fra quelle realizzate al museo, sia per la presenza di artisti già famosi o destinati ad avere un’ampia notorietà internazionale in seguito, sia per le reazioni suscitate da alcune delle performance realizzate.

Val la pena ricordare che tra i 49 artisti che presero parte alla prima edizione del 1977 vi erano, tra gli altri: Marina Abramović e Ulay, Laurie Anderson, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giuseppe Chiari, Robert Kushner, Suzanne Lacy, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Vettor Pisani, Fabrizio Plessi e Christina Kubisch, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Michele Sambin, Franco Vaccari.

E’ un progetto importante quello avviato dalla Biblioteca del MAMBo  che si propone anche come un contributo alla riflessione sulla natura peculiare degli archivi museali, che a tutti gli effetti costituiscono un patrimonio essenziale non solo per la memoria istituzionale degli enti produttori, ma anche come riferimenti imprescindibili per gli studi storico-artistici.
Per la visione è stata predisposta una apposita postazione attiva dal martedì al venerdì, dalle h 14.00 alle 18.00, alla quale è possibile accedere esclusivamente su prenotazione da effettuarsi tramite e-mail agli indirizzi

angela.pelliccioni@comune.bologna.it  e daniela.tripputi@comune.bologna.it

con almeno due giorni lavorativi d’anticipo.

La richiesta di accesso dovrà indicare: giorno e orario, durata presunta della permanenza in sala e un recapito telefonico.

L’informazione sul progetto è stata fornita dall’ Ufficio Stampa dell’Istituzione Bologna Musei

+39 051 6496653 / 6496620

ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it

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