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Angelo Tabaro

Capitali dell’arte nel tempo

L’evoluzione delle capitali dell’arte: da Roma a Shanghai

Capitali dell’arte nel tempo. Dalle città italiane del Grand Tour a Parigi, New York e oltre. Scopri l’evoluzione dei centri artistici

 

Capitali dell’arte nel tempo. Dalle città italiane del Grand Tour a Parigi, New York e oltre. Scopri l'evoluzione dei centri artistici

 

Capitali dell’arte nel tempo. L’evoluzione dei centri artistici

Da quando gli artisti, e non solo, hanno cominciato a viaggiare per esperienze culturali e di godimento della bellezza dell’ingegno umano, l’Italia è stata per lungo tempo il centro di attrazione.

Le città italiane di Roma, Firenze, Venezia erano le tappe immancabili del cosiddetto Grand Tour.

Non solo.

Le città italiane erano considerate capitali dell’arte, luoghi dove incontrare, confrontarsi e respirare le atmosfere che ispirano gli artisti nel processo di formazione della propria personalità artistica.

E’ vero che anche Londra, Parigi, Monaco, Vienna erano centri di grande vitalità artistica ma fino ai primi decenni dell’Ottocento difficilmente avevano la forza di attrazione che potevano vantare le città italiane.

Dalla prima metà dell’Ottocento si assiste invece allo spostamento del centro di attrazione per gli artisti di ogni parte del mondo a Parigi e alla Francia.

Sono gli anni che vedono la ricerca artistica allontanarsi progressivamente dalla formazione accademica classica per cercare nuove ispirazioni, nuove sperimentazioni e tecniche espressive, nuovi modi di fare arte.

L’impatto e gli esiti della ricerca degli impressionisti francesi con le loro mostre in risposta polemica con i “Saloni” ufficiali poco sensibili a ogni forma d’arte che si allontanasse dalla formazione classica accademica, hanno reso Parigi la capitale incontrastata dell’arte per oltre un secolo.

Possiamo dire che Parigi è stata l’anima del rinnovamento dell’arte. Un luogo che ha segnato le più innovative ricerche dell’arte contemporanea e dell’avanguardia artistica, e ancora oggi è uno dei principali centri di attrazione per artisti.

Ma non più sola. All’inizio del 900 altre città hanno offerto il loro contributo, Vienna con gli artisti della Secessione, già Londra nel secondo Ottocento con la confraternita dei Preraffaelliti.

Ma soprattutto dai primi anni Quaranta del Novecento l’attenzione e gli interessi degli artisti hanno trovato nuova attrazione negli Stati Uniti e a New York in particolare.

Ricerche d’avanguardia unite all’interesse commerciale dato dalle collezioni di magnati dell’industria e di Musei, aperti in particolare al contemporaneo come il MoMA o il Museo Guggenheim, hanno fatto di New York la capitale d’attrazione dalla second metà del Novecento.

Poi è caduto il Muro di Berlino negli anni Ottanta e anche Berlino è diventata una nuova capitale di attrazione per tanti giovani artisti.

Oggi possiamo dire che non esiste più una sola capitale dell’arte e non pochi sono gli artisti, da ogni parte del mondo, che vivono e lavorano dividendo l’attività artistica tra la propria terra natale e uno dei grandi centri (Parigi, Londra, New York, Berlino) trovando in esse le atmosfere e le stimolazioni più adatte alla propria ricerca.

C’è purtroppo poca Italia anche se il Grand Tour tocca ancora le principali città italiane, ma più che viaggio di  specifica ispirazione e stimolazione artistica è, soprattutto, viaggio turistico.

Qualcosa sta in effetti ancora cambiando ed è la visione eurocentrica e occidentale che si affievolisce per confrontarsi con artisti del resto del mondo, quello più popoloso e forse anche più aperto all’innovazione e all’avanguardia del nuovo millennio.

Sono artisti arabi, cinesi, indiani, africani  che provano attrazione, stimolazione e opportunità in altre città come Shanghai, Hong Kong, Abu Dabi, per citarne solo le più attive.

Uno scenario nuovo si presenta quindi agli occhi di appassionati, esperti e collezionisti del XXI secolo, in cui i centri artistici sono dislocati ormai in tutto il mondo.

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