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Come riparare uno strappo in una tela dipinta ad olio

Come,detto precedentemente, per un principiante,l’intervento di restauro su di un qualsiasi vecchio oggetto,deve essere improntato con estrema cautela,soprattutto se l’oggetto da riparare riguarda un vecchio dipinto ad olio.Detto questo,immaginiamo di dover riparare una tela dipinta,la cui superficie è vistosamente deturpata da un taglio.In un restauro di tipo professionale,si procederebbe applicando una tela di supporto:la tela verrebbe sfilata dal suo telaio d’origine,e incollata su una seconda tela mediante l’uso di una colla detta “colla di pasta”,la cui preparazione è molto elaborata e richiede l’uso di componenti di tipo naturale:farina di grano,acqua,colletta(miscela di colla cervione,melassa,fiele di bue,aceto bianco,fingicida),trementina veneta.

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Come restaurare un oggetto in vetro trasparente

Il vetro è uno dei materiali più difficili da restaurare, in quanto a causa della trasparenza, qualsiasi intervento risulta visibile. Immaginiamo di dover incollare il manico di un vaso in vetro che si è spezzato. Per eseguire il nostro restauro, occorrerà munirsi di alcuni materiali:

-alcool
-colla cianacrilica per vetro
-pinzette per mosaico
-spatola
-colla epossidica o pasta vitrea modellabile
-carta vetro n. 280
-colori  per vetro

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Come restaurare un oggetto in vetro trasparente

Il vetro è uno dei materiali più difficili da restaurare, in quanto a causa della trasparenza, qualsiasi intervento risulta visibile. Immaginiamo di dover incollare il manico di un vaso in vetro che si è spezzato. Per eseguire il nostro restauro, occorrerà munirsi di alcuni materiali:

-alcool
-colla cianacrilica per vetro
-pinzette per mosaico
-spatola
-colla epossidica o pasta vitrea modellabile
-carta vetro n. 280
-colori  per vetro

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Il restauro degli affreschi di Palazzo Altoviti a Roma

Nel  1890 presso i locali della Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma, fu sistemata una serie di sei nicchie a volta affrescata a “grottesche” provenienti dalla demolizione del quattrocentesco Palazzo Altoviti, avvenuta nel 1888 durante i lavori per la costruzione degli argini del Tevere. Palazzo Altoviti fu fatto edificare a Roma nel sec. XV dal banchiere fiorentino Antonio Altoviti e restaurato nel 1514 da Bindo Altoviti   amico e mecenate di Michelangelo, Raffaello, Cellini e Giorgio Vasari che  gli decorò ed affrescò sia lo studio sul Tevere che si trovava al pianterreno del palazzo sia la volta cinquecentesca che si affacciava sul fiume medesimo di fronte a Castel Sant’Angelo

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Il restauro degli affreschi di Palazzo Altoviti a Roma

Nel  1890 presso i locali della Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma, fu sistemata una serie di sei nicchie a volta affrescata a “grottesche” provenienti dalla demolizione del quattrocentesco Palazzo Altoviti, avvenuta nel 1888 durante i lavori per la costruzione degli argini del Tevere. Palazzo Altoviti fu fatto edificare a Roma nel sec. XV dal banchiere fiorentino Antonio Altoviti e restaurato nel 1514 da Bindo Altoviti   amico e mecenate di Michelangelo, Raffaello, Cellini e Giorgio Vasari che  gli decorò ed affrescò sia lo studio sul Tevere che si trovava al pianterreno del palazzo sia la volta cinquecentesca che si affacciava sul fiume medesimo di fronte a Castel Sant’Angelo

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Intervista al regista Mimmo Calopresti

Mimmo Calopresti è nato a Polistena (RC) nel 1955.Collaboratore dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, nel 1985 vince il primo premio al Festival “Cinemagiovani” di Torino con il video A proposito di sbavature e, dopo aver realizzato diversi documentari e cortometraggi all’inizio degli anni Novanta comincia la sua collaborazione con la Rai.Nel 1995 esce il suo primo lungometraggio “La seconda volta”aggiudicandosi il premio “Solinas”.Seguono nel 1998 “La parola amore esiste”con quale vince il nastro d’argento come migliore soggetto originale.Nel 2000 esce il film “Preferisco il rumore del mare”.Nel 2006 firma il suo ultimo documentario “Volevo solo vivere”che affronta il tema della Shoah. Ritorna nel 2007 con “L’abbuffata”di cui cura il soggetto e la regia.Ama raccontare le storie di quei personaggi decadenti, che siano un po’ carichi di rancore, ma che abbiano avuto un’esistenza interessante e vera. L’ho intervistato lo scorso Luglio in occasione della “rassegna cinematografica città di Polistena”.

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Intervista al regista Mimmo Calopresti

Mimmo Calopresti è nato a Polistena (RC) nel 1955.Collaboratore dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, nel 1985 vince il primo premio al Festival “Cinemagiovani” di Torino con il video A proposito di sbavature e, dopo aver realizzato diversi documentari e cortometraggi all’inizio degli anni Novanta comincia la sua collaborazione con la Rai.Nel 1995 esce il suo primo lungometraggio “La seconda volta”aggiudicandosi il premio “Solinas”.Seguono nel 1998 “La parola amore esiste”con quale vince il nastro d’argento come migliore soggetto originale.Nel 2000 esce il film “Preferisco il rumore del mare”.Nel 2006 firma il suo ultimo documentario “Volevo solo vivere”che affronta il tema della Shoah. Ritorna nel 2007 con “L’abbuffata”di cui cura il soggetto e la regia.Ama raccontare le storie di quei personaggi decadenti, che siano un po’ carichi di rancore, ma che abbiano avuto un’esistenza interessante e vera. L’ho intervistato lo scorso Luglio in occasione della “rassegna cinematografica città di Polistena”.

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Intervista a Eugenio Finardi

Cantante, autore, chitarrista e pianista Eugenio Finardi è nato a Milano il 16/07/1952  (la madre cantante lirica americana, il padre tecnico del suono). Fin da bambino mostra uno spiccato talento per la musica e nel1972 firma il suo primo contratto discografico con la casa discografica fondata da Battisti e Mogol, Numero Uno. Nel 1973 pubblica un 45 giri con due brani in inglese “Hard Rock Honey” & “Spasey Stacey”. Nel 1975 il suo primo album, “Non gettare alcun oggetto dai finestrini”. Con l’uscita del disco iniziano anche le tournèe: la prima come supporto di Fabrizio De Andrè, che per la prima volta si impegna in un lungo tour italiano, la seconda, assieme a Lucio Fabbri, come supporto alla PFM. Che Finardi fosse un “cantautore” piuttosto particolare e personale viene confermato l’anno seguente con la pubblicazione di “Sugo”, l’album che lo porta al successo, soprattutto in virtù di una canzone, “Musica ribelle”, che ben esprimeva la sua passione per un rock combattivo e impegnato . Nel 1977 esce “Diesel”, un vero capolavoro di rock forte e impegnato che fotografa una realtà tutta italiana in canzoni semplici e dirette e  appassionate. Il 1978 è un anno di cambiamenti, il più importante dei quali è la collaborazione con il gruppo Crisalide, (Cerri, Spina, Vitolo, Ninzatti) che contribuiscono in maniera determinante alla realizzazione dell’album “Blitz” che contiene l’indimenticabile “Extraterrestre” e del seguente “Roccando Rollando” del 1979.  Nel 1982 diventa padre e anche questo avvenimento, in qualche modo, influenza le canzoni dell’album “Dal Blu”, del 1983, un album dolce e intimo che mette completamente a fuoco l’altra anima della musica del cantautore milanese: non solo rocker d’assalto, ma anche raffinato autore di ballate personalissime come “Le ragazze di Osaka” e “Amore Diverso”.
Tra gli anni 90 e la fine del millennio scorso il cantautore si muove tra Roma e New York impegnandosi in musica alternativa
Ho avuto l’occasione d’intervistarlo lo scorso settembre a Taurianova dopo un suo concerto.

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Intervista a Eugenio Finardi

Cantante, autore, chitarrista e pianista Eugenio Finardi è nato a Milano il 16/07/1952  (la madre cantante lirica americana, il padre tecnico del suono). Fin da bambino mostra uno spiccato talento per la musica e nel1972 firma il suo primo contratto discografico con la casa discografica fondata da Battisti e Mogol, Numero Uno. Nel 1973 pubblica un 45 giri con due brani in inglese “Hard Rock Honey” & “Spasey Stacey”. Nel 1975 il suo primo album, “Non gettare alcun oggetto dai finestrini”. Con l’uscita del disco iniziano anche le tournèe: la prima come supporto di Fabrizio De Andrè, che per la prima volta si impegna in un lungo tour italiano, la seconda, assieme a Lucio Fabbri, come supporto alla PFM. Che Finardi fosse un “cantautore” piuttosto particolare e personale viene confermato l’anno seguente con la pubblicazione di “Sugo”, l’album che lo porta al successo, soprattutto in virtù di una canzone, “Musica ribelle”, che ben esprimeva la sua passione per un rock combattivo e impegnato . Nel 1977 esce “Diesel”, un vero capolavoro di rock forte e impegnato che fotografa una realtà tutta italiana in canzoni semplici e dirette e  appassionate. Il 1978 è un anno di cambiamenti, il più importante dei quali è la collaborazione con il gruppo Crisalide, (Cerri, Spina, Vitolo, Ninzatti) che contribuiscono in maniera determinante alla realizzazione dell’album “Blitz” che contiene l’indimenticabile “Extraterrestre” e del seguente “Roccando Rollando” del 1979.  Nel 1982 diventa padre e anche questo avvenimento, in qualche modo, influenza le canzoni dell’album “Dal Blu”, del 1983, un album dolce e intimo che mette completamente a fuoco l’altra anima della musica del cantautore milanese: non solo rocker d’assalto, ma anche raffinato autore di ballate personalissime come “Le ragazze di Osaka” e “Amore Diverso”.
Tra gli anni 90 e la fine del millennio scorso il cantautore si muove tra Roma e New York impegnandosi in musica alternativa
Ho avuto l’occasione d’intervistarlo lo scorso settembre a Taurianova dopo un suo concerto.

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Terranova Sappo Minulio

I capolavori nascosti di Terranova Sappo Minulio:i coperchi sepolcrali della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta

TERRANOVA SAPPO MINULIO – E’ un piccolo comune di 535 abitanti della provincia di Reggio Calabria.Situata alla sinistra del torrente Marro,si trova tra Taurianova e Varapodio. Fondata durante il periodo Svevo,più precisamente durante il regno di Manfredi l’ultimo esponente d’una prestigiosa dinastia imperiale,vanta un’antica storia che rivive attraverso le testimonianze culturali e monumentali. Passeggiando per le vie del paese,ci appare la maestosa facciata della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta costruita a cavallo degli anni novanta del XVIII sec. dopo la distruzione della cittadina in seguita al terremoto del 1783.

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Terranova Sappo Minulio

I capolavori nascosti di Terranova Sappo Minulio:i coperchi sepolcrali della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta

TERRANOVA SAPPO MINULIO – E’ un piccolo comune di 535 abitanti della provincia di Reggio Calabria.Situata alla sinistra del torrente Marro,si trova tra Taurianova e Varapodio. Fondata durante il periodo Svevo,più precisamente durante il regno di Manfredi l’ultimo esponente d’una prestigiosa dinastia imperiale,vanta un’antica storia che rivive attraverso le testimonianze culturali e monumentali. Passeggiando per le vie del paese,ci appare la maestosa facciata della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta costruita a cavallo degli anni novanta del XVIII sec. dopo la distruzione della cittadina in seguita al terremoto del 1783.

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I portali in pietra delle “case palaziate” a Terranova Sappo Minulio

Passeggiando per Terranova S.M. si possono ammirare alcuni palazzi nobiliari come Palazzo Pigneti e Palazzo Zito che a partire dai primi anni dell’800,furono fatti costruire dalle famiglie più in vista della zona,in conseguenza del terremoto del 1783 che rase quasi al suolo l’antica Terranova. Dell’intero patrimonio edilizio rimase ben poco. I danni materiali raggiunsero la stima di 500.000 ducati,ponendo Terranova al quinto posto dopo Reggio,Polistena,Cittanova e Bagnara. Dopo il terremoto,nel 1785 fu redatta da Pietro Galdo una pianta topografica che nel 1788 fu sostituita da Galdo De Cosiron con la costruzione delle case palaziate. Queste case dette  palaziate, per distinguerle dal palazzo del feudatario del luogo,solitamente erano occupate dall’economo o esecutore del feudatario quando questi aveva la sua residenza principale in una cittadina differente. La particolarità di queste abitazioni è rappresentata dall’ingresso adorno da interessanti portali di pietra frutto delle maestranze locali le cui botteghe sono rimaste quasi sempre anonime. Anticamente, quando non esistevano materiali adatti a sopportare tensioni di trazione, i portali venivano costruiti ad arco in pietra o in mattoni composti in conci. I

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