Il ciuffo stirato di sbieco a coprire un occhio, jeans strettissimi su gambe come giunchi, il tutto condito da accessori borchiati o a strisce colorate. Vaghe reminescenze di punk, qualche cresta che rispunta, assieme all’occhio bistrato, anche e soprattutto per i ragazzi. Si fanno chiamare “emo”, che richiama il concetto di emozione, e hanno in genere tra i 14 e i 19 anni. Si fa presto a bollare tutto come moda adolescenziale, ma sotto alle t-shirt dal sapore gotico e delle Converse ai piedi si nasconde un mondo intero, una sorta di “filosofia di vita” che ha contagiato molti ragazzi. Non solo un modo di vestire, ma soprattutto un modo di pensare ed agire, che a volte fa un po’ paura, specie a chi, come i genitori, li osserva dall’esterno e non riesce a capire. Capire da dove nasce tutta questa tristezza, questa disperazione. Se emo significa emozione, i ragazzi emo non fanno mistero di quello che provano, anche se questo significa piangere davanti agli amici o baciare persone dello stesso sesso, e magari essere emarginati proprio da quel gruppo che si riteneva amico. Addirittura arrivare a farsi del male, tagliarsi sulle braccia o sulle gambe con le lamette da rasoio. Una richiesta di aiuto, la manifestazione di un disagio insostenibile, un modo “strano” e “malsano”di far uscire qualcosa da dentro se stessi, che però purtroppo rischia di essere trascinata nel gorgo della “moda” e della tendenza.
HAVE A
GREAT DAY!
Ut pharetra sit amet aliquam. Eu volutpat odio facilisis mauris sit amet. Pellentesque adipiscing commodo elit at.
Click here