Le opere iperrealiste di Patricia Piccinini mettono in discussione i confini che separano naturale da artificiale
Patricia Piccinini: Hope – Mostra Hong Kong
HONG KONG – Tai Kwun 10 Hollywood Road, Central, Hong Kong
Dal 24/05 al 03/09/202
Tai Kwun è il Centro per il patrimonio e le arti di Hong Kong, una destinazione culturale per ispirazione, stimolo e divertimento.
La struttura mira a offrire le migliori esperienze culturali e artistiche e a coltivare la conoscenza e l’apprezzamento dell’arte contemporanea, delle arti dello spettacolo e della storia nella comunità.
All’interno dell’intensa attività espositiva fino al 3 settembre 2023 gli spazi della palazzina JC Contemporary di Tai Kwun presentano la mostra Hope dell’artista australiana di origine italiana Patricia Piccinini a cura di Tobias Berger.
La ricerca artistica di Patricia Piccinini (Sierra Leone 1965) si fonda su alcuni presupposti che sono identità, ibridità ed empatia.
Formatasi al Victoria College of the Arts di Melbourne come pittrice, Piccinini ha cominciato la sua carriera artistica nei primi anni Novanta con disegni e dipinti anatomici.
Oggi è conosciuta nel panorama internazionale per la sua estetica anticonvenzionale e per le sue sculture iperrealistiche.
Nate inizialmente in forma di disegni preparatori, le sculture sono poi prodotte in stampa digitale.
Grazie all’ausilio di collaboratori esperti, come animatori e chimici, le chimere di Piccinini sono ricoperte da uno strato di pelle simile alla cute umana, di cui l’artista riproduce scrupolosamente ogni imperfezione, protuberanze carnose, rughe, lentiggini e nei.
Le sue mostre hanno quindi qualcosa di impressionante ove i confini che separano l’artificiale dal naturale, l’uomo dall’animale e la realtà dall’utopia diventano sempre più nebulosi.
Il lavoro di Piccinini è dominato da un costante interesse per le strutture che regolano le percezioni che l’uomo ha di sé stesso e degli altri esseri viventi con cui co-abita, soprattutto con quelli che ha manipolato nella sua sfrenata corsa verso il progresso tecnologico.
Nella mostra Hope, con opere scultoree, fotografiche e filmiche l’artista australiana attinge, quindi, alle nostre speranze e paure sull’impatto della scienza sull’umanità.