Una mostra di Gaia De Megni alla galleria Renata Fabbri
La Galleria Renata Fabbri di Milano presenta la mostra Odeon di Gaia De Megni, aperta fino al 14 gennaio 2024
Renata Fabbri è lieta di annunciare Odeon, la prima mostra personale in galleria di Gaia De Megni (Santa Margherita Ligure, 1993), parte della programmazione della project room Sotto.
Il progetto espositivo riunisce una selezione di lavori scultorei e fotografici in dialogo con la performance Il mito dell’eroe (2021) presentata in esclusiva la sera dell’inaugurazione della mostra.
Muovendosi fra medium eterogenei, fra i quali scultura, installazione, video e performance, il lavoro di Gaia De Megni analizza le possibilità di un’immagine, attraverso la frantumazione dell’immaginario occidentale e le sue rappresentazioni. Ad attrarre l’attenzione dell’artista sono, in modo particolare, le immagini in movimento, a partire dalle quali De Megni individua matrici individuali e collettive. Attingendo dal linguaggio cinematografico storico e contemporaneo, così come dei mezzi di comunicazione digitali, il suo lavoro si interroga su un possibile equilibrio fraassenza e presenza, monumento e movimento, rappresentazione e realtà, attraverso processi di decostruzione e riformulazione di codici visivi e verbali.
Ricorrente, nella sua produzione, è l’indagine sul contesto militare e le sue ritualità, dal quale De Megni riprende simboli e paradigmi estetici, come armi, distintivi e uniformi – o ancora – specifiche gestualità o posture, rielaborandole in forma scultorea e performativa. In questo modo, ruoli e azioni legati ad un’idea di offesa e difesa, sono nei lavori dell’artista decontestualizzati e svuotati di ogni simbologia d’appartenenza o intento spettacolarizzante. Restano gestualità reiterate, andature lente e prolungate, dispositivi disfunzionali, costumi di scena: il risultato di un’operazione di astrazione e frammentazione del contenuto originario atto a formulare nuove interpretazioni e relazioni di senso.
Riprendendo elementi tipici della performance militare, del cinema e dell’architettura teatrale, la mostra concepita per gli spazi della galleria Renata Fabbri interroga l’archetipo dell’eroe, operando sulla storia e le sue rappresentazioni, per decostruirne la retorica in favore di una soggettività che non ha provenienza, razza né tantomeno genere (Marco Scotini).
La performanceIl mito dell’eroe (2021) – che rievoca la tipica “marcia sul posto” da parte di un attore travestito in abiti militari – rappresenta il preludio di una serie di opere che, al limite fra finzione e realtà, interrogano narrative univoche e dominanti radicate nella cultura mediatica. Guardando alla struttura architettonica dell’Odeon greco e ai suoi molteplici utilizzi nel corso della storia – teatro e al tempo stesso piazza d’armi – De Megni riflette sulla teatralizzazione della violenza come metafora sociale del contemporaneo.
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