Una mostra di arazzi del XX secolo che dialogano con il liberty architettonico della Casina delle civette di Villa Torlonia
Villa Torlonia/ Casina delle civette in Roma ospita la mostra NIKI BERLINGUER. La signora degli arazzi, fino al 6 aprile 2025
La Casina delle Civette, dimora del principe Giovanni Torlonia jr. fino al 1938, anno della sua morte, è il risultato di una serie di trasformazioni e aggiunte apportate alla ottocentesca Capanna Svizzera ideata da Giuseppe Jappelli che, collocata ai bordi del parco e nascosta da una collinetta artificiale, costituiva in origine un luogo di evasione rispetto all’ufficialità della residenza principale.
L’immagine odierna della Casina delle Civette è il risultato di un lungo, paziente e meticoloso lavoro di restauro, eseguito dal 1992 al 1997 che, con quanto ancora conservato e sulla base delle numerose fonti documentarie, ha permesso la restituzione alla città di uno dei più singolari e interessanti manufatti dei primi anni del secolo scorso.
La Casina ospita oggi anche mostre temporanee promosse dal comune di Roma con i suoi servizi museali gestiti da Zetema Progetto Cultura.
Dal 26 ottobre la casina delle civette ospita la mostra Niki Berlinguer. La signora degli arazzi, panoramica completa della produzione dalla celebre tessitrice e artista conosciuta come la grande signora italiana degli arazzi.
Niki Berlinguer – nome d’arte di Corinna Adelaide Augusta Fidelia (1905-1994) dopo il suo matrimonio con Mario Berlinguer nel 1950 –, ha lavorato con gli esponenti principali delle correnti artistiche italiane del secondo Dopoguerra, tra cui Umberto Mastroianni, Achille Perilli, Renato Guttuso, Piero Dorazio, Emilio Vedova e Corrado Cagli.
Attraverso il suo lavoro, Niki Berlinguer ha reinterpretato le opere di grandi maestri come Hans Hartung, Paul Klee, Vincent van Gogh e molti altri, fornendo con l’arte tessile nuove dimensioni linguistiche e cromatiche, all’insegna della fusione tra tradizione e innovazione.
Si può dire che è stata pioniera nel tradurre la pittura in narrazioni tessili, unendo l’antica tecnica del piccolo punto con influenze contemporanee.
Nel percorso espositivo vengono presentati alcuni fra gli arazzi più interessanti dell’artista, provenienti in gran parte da collezioni private.
Molti degli arazzi in mostra sono ispirati dall’opera di un noto artista (tra questi, “Aranceto, da Renato Guttuso”, “Paesaggio, da Carlo Levi”, “Hammamet, da Paul Klee”, “Dai Cinque Monti, tratto da Emilio Vedova” e “Gotica, da Santomaso”), fatta eccezione per le opere la cui ideazione va ricondotta a Niki stessa, come “Uccello di fuoco” del 1982 e “Primavera” del 1983.
Sono opere per lo più poco note e da lungo tempo non visibili al grande pubblico.
Pur ispirati dalle opere di grandi maestri, gli arazzi di Berlinguer non sono però mai copie pedisseque dei modelli che imitano ma vere e proprie re-interpretazioni, secondo il suo estro e il suo gusto, mediate sempre dalla sua visione del mondo.
Niki è stata testimone dell’arte italiana della sua epoca, raccontandola con ago e filo, strumenti semplici in grado di creare opere legate a un sapere antico.