La ricchezza e la dimensione internazionale della produzione artistica a Napoli nell’Ottocento in una grande mostra a Roma
Le Scuderie del Quirinale in Roma ospitano la mostra NAPOLI OTTOCENTO, aperta al pubblico dal 27 marzo al 16 giugno
Costruito nell’arco di un decennio (1722 – 1732), il palazzo delle Scuderie del Quirinale delimita, con il Palazzo del Quirinale e quello della Consulta, lo straordinario spazio urbano al centro del quale è posta la fontana con le statue dei Dioscuri e l’obelisco ritrovato nell’Ottocento nei pressi del Mausoleo di Augusto.
Restaurato su progetto dell’architetto Gae Aulenti dal 1999 è una delle più prestigiose sedi espositive della capitale, concessa in uso al comune di Roma dalla Presidenza della Repubblica.
Dal 27 marzo 2024 le Scuderie offrono al pubblico NAPOLI OTTOCENTO.
La mostra è un omaggio all’Ottocento napoletano, momento di straordinaria ricchezza e vivacità in Italia e in Europa.
Questo secolo lungo viene da lontano, dal fascino cosmopolita del Grand Tour e si conclude con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
L’esposizione sintetizza la grande produzione culturale della città che accolse artisti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti.
Arrivavano a Napoli per contemplare e dipingere le attrazioni di Pompei ed Ercolano, il mare, le montagne, le isole di Capri, Ischia e Procida, gli scenari della costa amalfitana e sorrentina, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la vegetazione lussureggiante della Campania, lo splendore e il degrado, l’urbanistica e il pittoresco della vita napoletana che si mescolavano tutti in un costante abbaglio.
L’Ottocento a Napoli è ancora oggi un secolo poco conosciuto e da scoprire.
La mostra conduce in un incredibile viaggio tra le visioni che la città partenopea è riuscita a suscitare in artisti come Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, John Singer Sargent.
E ancora Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, con i loro paesaggi che furono, molto più che semplici vedute, immagini che invasero il mondo.
A interpretare le storie e i sentimenti che serpeggiavano per la città troviamo anche Mariano Fortuny, i fratelli Palizzi e Domenico Morelli, Edgar Degas, Achille d’Orsi, Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, fino ad arrivare a Burri e Fontana.
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