Gli orizzonti possibili: un’esplorazione del paesaggio contemporaneo tra natura e artificio
Mostra Gli orizzonti possibili esplora il rapporto tra natura e artificio, con opere di artisti italiani che indagano il paesaggio
Dal 27 novembre 2024 al 28 gennaio 2025, la galleria Area\B di Milano ospiterà la mostra collettiva “Gli orizzonti possibili”, un viaggio visivo che invita a riflettere sulla distanza sempre più evidente tra l’essere umano e la natura in un’epoca dominata dal digitale. La mostra presenta circa venti opere, alcune delle quali inedite, di artisti italiani che esplorano il tema del paesaggio attraverso una pluralità di approcci stilistici e tecniche diverse.
Un dialogo tra natura e città
L’esposizione si concentra sulla complessità del rapporto tra uomo e ambiente, ponendo in dialogo paesaggi naturali e scenari urbani, in un continuo confronto tra il mondo digitale e quello organico. Gli artisti coinvolti nella mostra – Irene Balia, Marco Bettio, Nado Canuti, Roberto Fanari, Laura Giardino, Filippo La Vaccara, Nicola Nannini, Massimiliano Zaffino e Giorgio de Chirico – hanno tutti sviluppato una produzione artistica legata al paesaggio, utilizzando il medium della pittura come strumento per indagare le tensioni e le connessioni tra questi due mondi.
Le opere esposte spaziano dai campi bucolici alle vedute cittadine, creando un dialogo visivo che interroga la percezione della bellezza e invita l’osservatore a una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante.
La varietà dei paesaggi in mostra
Uno degli elementi centrali della mostra è la varietà di paesaggi rappresentati. Si parte quindi dalla dimensione più selvaggia della natura sarda negli inediti arazzi in ferro di Roberto Fanari, per arrivare poi agli scenari urbani di Irene Balia e Laura Giardino, con un focus particolare su Milano, metropoli al centro dell’interesse contemporaneo. Le mondine nei paesaggi campestri di Nado Canuti riportano invece alla memoria l’Italia rurale di un tempo, mentre Nicola Nannini rappresenta luoghi padani tra campagna e piccole cittadine.
Il viaggio prosegue quindi attraverso i paesaggi surrealisti di Massimiliano Zaffino, dove si esplora l’adattamento umano in contesti naturali trasformati, e le atmosfere tipiche della Sicilia nelle opere di Filippo La Vaccara, messe in relazione con il mondo milanese.
La dimensione animale e il legame con la terra
Il percorso della mostra prende avvio dalle opere di Marco Bettio, dove il mondo animale è spesso protagonista, simboleggiando un legame profondo e ancestrale con la natura. Le sue tele invitano a riflettere su come l’uomo, sempre più immerso in una realtà artificiale, stia perdendo il contatto con il mondo naturale.
Infine, tra le opere esposte vi sono anche alcuni bozzetti preparatori dedicati al paesaggio di Giorgio de Chirico, una testimonianza dell’interesse dell’artista per la rappresentazione della natura, dove la realtà si fonde con l’immaginazione e il surrealismo.
Un invito alla consapevolezza ambientale
Gli orizzonti possibili è più di una semplice mostra d’arte: è un invito alla riflessione sul nostro rapporto con il paesaggio che ci circonda. Ogni opera diventa così una finestra su un orizzonte diverso, una possibile via per recuperare quella connessione con la natura che sembra sempre più sfuggente nell’era digitale.
Attraverso il confronto tra visioni personali e stilisticamente diverse, la mostra si propone quindi di risvegliare nello spettatore una maggiore consapevolezza del mondo naturale e di invitarlo a rallentare, ad osservare e ad apprezzare la bellezza che ci circonda.