Pistoletto propone la sua riflessione sulla contemporaneità all’interno delle sale rinascimentali del palazzo di papa Gregorio XIII.
MICHELANGELO PISTOLETTO. GREGORIO XIII E MICHELANGELO PISTOLETTO. DAL RINASCIMENTO ALLA RINASCITA
Che rapporto ci può essere tra un papa del ‘500, Gregorio XIII e Michelangelo Pistoletto, artista contemporaneo, tra i maestri dell’avanguardia del Novecento?
Certamente la sede che ospita la mostra: lo splendido cinquecentesco Palazzo Boncompagni con i suoi affreschi e la straordinaria scala a chiocciola del Vignola, ma non solo.
Le dieci opere di Pistoletto esposte, infatti, non sono “allestite” nella grande Sala delle udienze papali, nelle tre sale attigue e nella loggia, ma “abitano” questi luoghi colloquiando e rispecchiandosi in essi e nel pensiero di chi le realizzò.
Il tema che propongono – per primo, il rapporto tra potere, religioni e società – è in stretto rapporto con le architetture e le decorazioni del Palazzo.
Al centro della grande Sala del Papa, affrescata con le storie del giovane Davide e preziose grottesche che decorano il soffitto con intrecci di fauna e flora, è l’installazione Un metro cubo di infinito, un poliedro costituito da sei specchi legati tra loro con uno spago.
Ma questi specchi sono rivolti verso l’interno del cubo e dunque non visibili allo spettatore fruitore: citando lo stesso artista, l’opera rappresenta “l’idea di tutte le infinite possibilità che esistono nella riflessione interna dall’uno all’infinito”.
Nel palazzo di un Papa innovatore, le istallazioni di Pistoletto si aprono poi ad una riflessione sulle quattro religioni monoteiste più diffuse – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo.
La grande istallazione, Il tempo del Giudizio, che circonda il “metro cubo di infinito” fa infatti riferimento alle religioni, ciascuna riflessa su un grande specchio, che vuol richiamare alla mente non solo il rapporto dell’uomo con la spiritualità religiosa, ma anche la necessità delle religioni stesse di riflettere sul loro essere nella società, tra differenze e multiculturalità.
Tralasciando di descrivere le altre opere in mostra, Palazzo Boncompagni propone una sorta di filo rosso dell’arte di Michelangelo Pistoletto, dalle superfici specchianti degli anni ’60 a Terzo Paradiso, protagonista del lavoro artistico di Pistoletto degli ultimi decenni, opera ospitata nella ampia loggia d’ingresso del palazzo.