Le scacchiere di Massimo Kaufmann presentano i vari pezzi che le compongono rappresentati con colori diversi, metafore del conflitto
MASSIMO KAUFMANN – Mostra Milano
MILANO – Museo del Novecento Palazzo dell’Arengario- Piazza Duomo, 8
Dal 31/05 al 31/08/2023
Fino al 31 agosto al Museo del Novecento di Milano in Piazza Duomo è possibile “giocare” una partita a scacchi con l’artista Massimo Kaufmann (Milano 1963), prenotandola durante la mostra che l’artista ha allestito per mostrare le sue quattro sculture: quattro scacchiere con i colori che sovvertono le regole del gioco.
Sono quattro metafore delle sfide che ogni giorno chiunque, in ogni parte del mondo e con intensità e drammaticità diversa, deve affrontare nella vita.
Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi – che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori – le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori abbastanza esperti possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi.
Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino.
È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la “guerra”, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente.
Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza.
Su piano estetico queste scacchiere si ispirano ad artisti del passato come la scacchiera Guernica, realizzata in 96 tonalità di grigi, come l’omonima opera di Picasso.
La pittura è più evidente poi nelle scacchiere “Le regole del gioco” e “Calibano, caratterizzate da colori vivaci che si ispirano alle opere dedicate alla guerra Da Paolo Uccello, con i suoi straordinari cavalieri e Boccioni nel quale i colori rappresentano l’energia dinamica, come squilli di tromba e rulli di tamburi, espressione di quella volontà di potenza che ha da sempre accompagnato la retorica della guerra.
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