Performer di origine serba, Marta Jovanović ripropone a Roma la traduzione in istallazione di una sua famosa performance tenuta a Belgrado nel 2016.
MARTA JOVANOVIĆ Motherhood
ROMA – MAJA Arte Contemporanea Via di Monserrato, 30
Dal 25/11/2022 al 20/01/2023
Maja Arte Contemporanea nasce il 1º dicembre 2013, fondata da Daina Maja Titonel, che ne cura la direzione artistica.
Dal 25 dicembre 2022 Maja presenta motherhood, prima collaborazione della galleria con l’artista performer Marta Jovanović.
Artista multimediale nata a Belgrado, Marta Jovanović si è laureata presso la “Tulane University” negli Stati Uniti.
L’impatto più̀ significativo nel suo percorso artistico l’ha avuto negli anni dello studio delle belle arti nel cuore del Rinascimento, a Firenze, dove le è stato possibile comprendere i canoni della bellezza e la loro relatività̀.
Il lavoro suo provocatorio viene presentato con una certa frequenza in Europa e negli Stati Uniti.
L’opera presentata per l’occasione – Motherhood – è la trasformazione scultorea della omonima performance tenuta da Jovanović nel febbraio 2016 presso lo spazio O3one Gallery di Belgrado.
Allora l’artista aveva colpito con un martello, rompendole una ad una, 246 uova appese al soffitto: tante uova quanti i giorni fertili, dal primo menarca dell’artista alla data della performance.
Successivamente i gusci frantumati sono divenuti sculture uniche, realizzate in rame elettroformato, numerate e placcate in oro 24K.
“Ogni uovo che ho rotto durante la performance è una opportunità di maternità mancata in favore dell’arte”,afferma con una punta di ironia Jovanović.
Il lavoro successivo, la trasformazione in sculture dei gusci, offre una visione controprospettica alla distruzione delle uova durante la performance: non solo queste vengono accuratamente restaurate per l’installazione, ma le sue opportunità sprecate sono letteralmente trasformate in oro.
La performance Motherhood nasceva, infatti, da un momento di profonda trasformazione personale che aveva portato Jovanović a rivalutare alcune scelte di vita e a riflettere sullo status di “donna artista” in una società ancora oggi fortemente patriarcale.
L’installazione prende invece una direzione trasformativa catartica.
Siamo accolti da una luminosa costellazione dalle uova d’oro, gusci custodi di desideri in viaggio verso la loro luna, dove – accanto al senno – si raccoglie ciò che si perde, o semplicemente ciò che si trasforma.