Una serie fotografica che evoca i tempi in cui aveva diffusione in Italia un genere di cinema, a luci rosse, per soli adulti aprendo alla riflessione sulla condizione della donna
Marialba Russo. Cult Fiction
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci si conferma un centro di ricerca e produzione attento all’analisi delle molteplici storie culturali del nostro paese dagli anni Settanta con Cult Fiction,
E’ la mostra personale di Marialba Russo che, dal 1° marzo 2021, espone per la prima volta la celebre serie fotografica dedicata ai manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli e Aversa tra il marzo 1978 e il dicembre 1980.
Marialba Russo è nata a Napoli nel 1947 e vive a Roma dal 1987.
Ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli ma scopre presto la fotografia a cui si dedica a tempo pieno.
Infatti, accanto alla ricerca personale e all’attività espositiva, collabora con “Vogue Italia” e altre testate italiane e straniere.
Nel 1979 con la sequenza fotografica Il parto, Marialba Russo rappresenta l’Italia in “Venezia 79 la fotografia” nella sezione “Fotografia Europea Contemporanea”.
Nella mostra al centro Pecci vengono presentati oltre 60 scatti che descrivono un cinema tutto al maschile in cui la figura femminile è considerata un mero oggetto di possesso e la condizione della donna viene rappresentata nello spazio pubblico da manifesti spesso grotteschi, dai titoli quasi comici.
La serie fotografica evoca il forte impatto della pubblicità stradale, con le immagini incollate direttamente al muro, e restituisce in pieno la forza di un lavoro che parla, da una parte, della spinta alla liberazione sessuale di quegli anni, ma dall’altra anche di una raffigurazione del corpo della donna fortemente mercificato.
La rivoluzione culturale, politica, sociale degli anni Settanta, occupa una parte di rilievo della ricerca artistica di Marialba Russo.
In lei c’è l’intento di documentare quegli anni con sguardo antropologico anche attraverso la rappresentazione esplicita dei corpi e della sessualità, espressioni di un nuovo mercato, con un “cinema di genere” che se svela ipocrisie e arcaismi della società italiana di quegli anni.