Due artisti che riflettono sulla fotografia e sulla sua capacità di documentare le violenze dell’umanità.
Marcelo Brodsky & Hildegard Titus “Traces of Violence – The German Empire in Southern Africa”
Il primo genocidio del XX secolo fu commesso dall’Impero tedesco nel 1904-1908 nell’Africa sudoccidentale, l’odierna Namibia.
Il genocidio è stato diretto contro i gruppi etnici Nama ed Herero, le popolazioni indigene di questa regione.
Nel corso della divisione dell’Africa da parte delle potenze europee nella Conferenza di Berlino del 1884/1885, l’Impero tedesco acquisì il diritto di colonizzare l’Africa sudoccidentale.
La politica coloniale includeva l’espulsione delle comunità locali Nama ed Herero dalla loro fertile terra in modo che colonizzatori e agricoltori tedeschi potessero stabilirsi lì.
Ora due artisti si pongono di fronte a quei fatti convinti del ruolo e dell’importanza dell’arte nel dibattito sociale.
La loro capacità di influenzare il processo di formazione dell’opinione pubblica e di attirare l’attenzione dei media.
Il tema delle violazioni dei diritti umani era ed è una parte centrale dell’arte di Brodsky è diventato famoso a livello internazionale con il suo ciclo di lavoro “Buena Memoria” (1997) sul rapimento di alcuni suoi compagni di classe e di suo fratello Fernando Brodsky da parte degli squadroni della morte durante la dittatura militare argentina.
Il corpo di Fernando non è stato mai trovato.
Seguirono altre serie di lavori, come “1968 Il fuoco delle idee“, “Africa Fighting for Freedom” o “Migrants.
Le fotografie che Brodsky ha raccolto negli archivi, nelle agenzie e nelle università per due anni sono state scattate dai colonialisti o dai loro aiutanti (soldati, missionari, giornalisti, ecc.).
Sono prove inconfutabili della brutale violenza degli autori.
Altro autore in mostra è Hildegard Titus di Windhoek, capitale della Namibia.
Egli è originario del popolo Aawambo e lavora come fotoreporter, regista, artista visivo e curatore.
Ha una forte passione per il lavoro su temi di genere, identità, cultura e razza.