Lisetta Carmi, abbandonato il pianoforte e una carriera di concertista per la fotografia, è diventata una delle più significative protagoniste della fotografia italiana del secondo Novecento

LISETTA CARMI. Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976

Il Museo d’Arte della provincia di Nuoro nasce nel 1999 quale pinacoteca provinciale.

Da allora la collezione permanente si arricchisce di nuove acquisizioni e donazioni.

Crescono anche le attività laboratoriali ed espositive diventando polo culturale di riferimento dell’intero territorio.

Dal 19 gennaio è stata allestita una mostra di fotografia di grande rilievo dedicata a Lisetta Carmi (Genova 1924) tra le più significative protagoniste della fotografia italiana del secondo dopoguerra.

Purtroppo la pandemia con i suoi alti e bassi ha reso difficile un’apertura regolare della mostra che però rimane aperta fino alla seconda metà di giugno con buone speranze per il pubblico interessato di trovare adeguati giorni di apertura per programmare la visita.

La mostra “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976” è curata da Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini e si inserisce nell’ambito della ricerca condotta dal MAN sulla relazione tra i grandi fotografi italiani e la Sardegna.

Lisetta Carmi dal 1962 al 1976 è stata più volte in Sardegna .

Al suo primo viaggio aveva abbandonato la precedente attività di concertista sostituendo il pianoforte con la macchina fotografica.

I suoi viaggi in Sardegna sono testimoniati da un numero rilevante di scatti in bianco e nero oltre a una serie di diapositive a colori che ritraggono i paesaggi dell’entroterra sardo, con boschi, fiumi e laghi colti nella loro dimensione più arcana ed evocativa.

La mostra è arricchita da due sezioni speciali, una con la serie I travestiti realizzata tra il 1965 e il 1971, l’altra dedicata agli operai del Porto di Genova del 1964.

La prima è l’esito degli anni di frequentazione dedicati da Lisetta Carmi alla comunità dei travestiti di Genova, relegata ai margini della società, condividendo con empatia un quotidiano che contrappone alla marginalizzazione sociale momenti di vita in comune.

La seconda è l’esito di un servizio fotografico del 1964 sui lavoratori del porto del capoluogo ligure, realizzato con l’obiettivo di denunciare le durissime condizioni del lavoro.