Lino Selvatico si è fatto apprezzare per la sua raffinata capacità di cogliere e rappresentare la personalità delle persone ritratte
Ai Musei Civici di Treviso una mostra su Lino Selvatico, il Pittore delle Gran Dame, veneziano di adozione trevigiana
A Selvatico, veneziano di origine ma trevigiano di adozione, i Musei Civici di Treviso dedicano un’ampia retrospettiva nel centenario della morte, qui avvenuta il 25 luglio del 1924 a seguito di un incidente occorsogli mentre era alla guida della sua motocicletta.
La mostra che rimarrà aperta fino al 31 marzo 2024 vuol essere anche un omaggio doveroso collegato all’acquisizione, per volontà della famiglia, di un consistente numero di opere: 70 dipinti circa, e oltre 200 disegni.
Selvatico non era un giovane qualunque, usciva infatti da una famiglia famosa a Venezia: il padre Riccardo, commediografo e poeta, ne è stato Sindaco e fondatore della famosa Biennale.
Lino era nato nel 1972 dedicandosi ancora giovane alla pittura debuttando nel 1899 alla terza biennale di Venezia che è stata l’inizio di un’intensa carriera.
Il Museo Bailo ha diverse opere di Selvatico nelle sue collezioni.
Accanto a questo nucleo, che nel percorso permanente occupa una sala dedicata a Selvatico, la mostra espone gran parte delle opere giunte dalla famiglia degli eredi, oltre ad altre da collezioni pubbliche e private di mano sempre di Selvatico ma anche di altri artisti cui il pittore guardò (Cesare Laurenti, suo maestro, e poi Tito, Boldini, Corcos per citare i più rilevanti).
La mostra è organizzata in collaborazione con i Musei Civici di Venezia, che sono stati i destinatari dell’Archivio di famiglia dei Selvatico assieme ai Musei di Treviso.
La mostra assicura un’ulteriore novità, un focus speciale dedicato a Luigi Selvatico: a differenza del fratello Lino, specializzato nella pittura di figura, Luigi realizzò quasi esclusivamente paesaggi della natia Venezia, cercando però angoli periferici, non monumentali, e visti sempre con una particolare vena malinconica.