L’Umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli nella mostra a Milano di Lee Jeffries, il fotografo dei poveri e degli emarginati
Lee Jeffries. Portraits – CHIOSTRI DI SANT’EUSTORGIO – Le vite degli homeless – Capire che rapporto ci può essere tra fotografo e persona fotografata.
Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini sorge nei chiostri di Sant’Eustorgio, uno dei più prestigiosi complessi monumentali di Milano.
La Collezione permanente, costituita da più di mille opere dal II al XXI secolo, offre al visitatore diversi percorsi tematici e molti spunti meditativi.
Museo Diocesano “Carlo Maria Martini”
LEE JEFFRIES. PORTRAITS
Il Museo ospita anche mostre temporanee e, dal 27 gennaio 2023, presenta la personale di Lee Jeffries (Bolton, UK, 1971), il fotografo diventato la voce dei poveri e degli emarginati.
La mostra Lee Jeffries. Portraits. L’anima oltre l’immagine, curata da Barbara Silbe e Nadia Righi, presenta una cinquantina di scatti in bianco e nero e a colori che catturano i volti di quell’umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli.
Jeffries non era un fotografo professionista, lo è diventato dopo una straordinaria esperienza vissuta durante la maratona di Londra del 2008.
Le vite degli homeless
Egli aveva scattato una fotografia a una giovane ragazza senzatetto che sedeva all’ingresso di un negozio; rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si ferma a parlare con lei, a interrogarla sul suo passato, a stabilire un contatto che andasse al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.
Da allora sentì il bisogno di documentare, attraverso gli scatti fotografici, le vite degli homeless, passando dai vicoli di Los Angeles fino alle zone più nascoste e pericolose delle città della Francia e dell’Italia.
Da quell’esperienza è nato il suo stile, ispirato all’idea di far emergere le persone senza fissa dimora dal buio in cui sono reclusi e cerca di ridare luce e dignità a ogni essere umano.
LEE JEFFRIES. PORTRAITS
E lo fa con inquadrature in primo piano fortemente contrastate, e da interazioni molto ravvicinate con i soggetti, uomini e donne che vivono ai margini della società, incontrati per le strade del mondo, in ritratti sempre frontali e ravvicinati.
Capire che rapporto ci può essere tra fotografo e persona fotografata.
In occasione della mostra si tiene inoltre un workshop per scoprire, sotto la guida del fotografo professionista Max Allegritti, come creare un set fotografico e quali piccole accortezze si possono mettere in atto per ottenere un buon risultato.
La mostra e il laboratorio fanno scoprire cosa significa fare un ritratto, capire che rapporto ci può essere tra fotografo e persona fotografata.
Sarà possibile utilizzare l’attrezzatura messa a disposizione dal fotografo, chi volesse potrà portare la sua macchina fotografica.
Ogni partecipante potrà così sia farsi fotografare sia scattare un ritratto: ciascuno avrà così una foto di sé e una fatta da sé.
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