Ipervisioni mostre virtuali degli Uffizi
La virtualità scenica di un dipinto: Perseo libera Andromeda di Pietro di Cosimo Un capolavoro del Rinascimento fiorentino interpreta il mito narrato da Ovidio nel IV Libro delle “Metamorfosi – Mostra online
FIRENZE – Gallerie degli Uffizi Piazzale degli Uffizi, 6
Mostra virtuale online
Lo staff delle gallerie degli Uffizi ha elaborato e messo in rete una serie di mostre virtuali con lo scopo di stimolare la conoscenza del ricco patrimonio d’arte che è concentrato alle Gallerie degli Uffizi Firenze, compresi il Corridoio vasariano, Palazzo Pitti e il giardino di Boboli.
Può un dipinto essere tanto ricco di elementi scenici e significati reconditi da meritare da solo un’intera sezione di esposizione virtuale?
Attorno al dipinto Perseo libera Andromeda di Pietro di Cosimo, il Team del Dipartimento di informatica, strategie digitali e promozione culturale degli Uffizi ha costruito una delle mostre virtuali del progetto Ipervisioni.
In quest’opera il dipinto ha interpretato il mito del libro IV delle Metamorfosi di Ovidio.
Si tratta di uno splendido dipinto di Piero di Cosimo (Firenze, 1462 – 1522) realizzato tra il 1510 e il 1515 circa.
Pur nelle sue ridotte dimensioni (1230×700 mm) dimostra una sorprendente attenzione lenticolare alla resa del dettaglio che vale la pena indagare da vicino con i moderni ausili della tecnologia digitale: una visione privilegiata che sicuramente meraviglia l’osservatore per l’accuratezza dei raffinatissimi particolari, quasi impercettibili ad occhio nudo.
Il dipinto si contraddistingue anche per l’affascinante virtualità scenica dell’episodio narrato: il riferimento è al mito di Perseo e Andromeda raccontato dal poeta latino Ovidio, un modello stilistico per tutti i grandi scrittori, drammaturghi e artisti del Rinascimento italiano ed europeo in generale.
In quel monumento letterario che sono le Metamorfosi, Ovidio ci ha lasciato un capolavoro di scrittura che nella metrica, nel fraseggio, nella struttura e nell’andamento ricalca quasi “mimeticamente” il senso letterale della “metamorfosi”, della trasformazione, del tempo che trasmuta ogni forma in un’altra all’infinito, in un incessante moto:.
Nel dipinto di Piero di Cosimo, la stessa “virtualità scenica” della narrazione ovidiana che gioca a rappresentare il reale, è esemplificata in una raffigurazione sincronica e circolare dell’episodio, in cui i diversi momenti, che nel testo sono disposti in un ordine temporale, vengono dinamicamente iconizzati tutti in un’unica sequenza visiva che rende perfettamente quel senso di trasmutazione continua dell’essere che è alla base del poema ovidiano.
Simbologie, riferimenti e sottili allusioni alla storia dei Medici e la cultura contemporanea a Piero di Cosimo completano il quadro, secondo quella tipica modalità di reinterpretazione e attualizzazione delle fonti classiche che è alla base dell’episteme umanistica e rinascimentale.