Kiana Hayeri e Mélissa Cornet. No Woman’s Land (XIV Carmignac Photojournalism Award)

- DATA INIZIO: 25/10/2024

- DATA FINE: 18/11/2024

- LUOGO: PARIGI - Refettorio dei Cordeliers

- INDIRIZZO: 15 rue de l'école de Médecine, Parigi (stazione metro Odéon)

Le condizioni della donna in Afghanistan nel servizio fotogiornalistico delle due vincitrici della XIV edizione del premio di Fotogiornalismo Carmignac

Il Refettorio dei Cordeliers di Parigi ospita la mostra Kiana Hayeri e Mélissa Cornet. No Woman’s Land (XIV Carmignac Photojournalism Award)

 

Il Refettorio dei Cordeliers di Parigi ospita la mostra Kiana Hayeri e Mélissa Cornet. No Woman's Land (XIV Carmignac Photojournalism Award)
Foto in esposizione
Fontehttps://www.fondationcarmignac.com/en/no-womans-land-battle-for-womens-rights-in-afghanistant-MÉLISSA-CORNET-KIANA-HAYERI/

 

Nel 2009, mentre i media e il fotogiornalismo affrontavano una crisi senza precedenti, Edouard Carmignac ha creato il Carmignac Photojournalism Award per sostenere i fotografi sul campo.

 Ogni anno da allora la Fondazione Carmignac finanzia la realizzazione di un reportage fotografico investigativo sulle violazioni dei diritti umani e sulle questioni geostrategiche nel mondo.

Le vincitrici della XIV edizione del premio sono state due donne, Kiana Hayeri (Iraniana nata nel 1988 cresciuta a Teheran ma emigrata in Canada ancora adolescente) e Mélissa Cornet (ricercatrice sui diritti delle donne che ha vissuto e lavorato in Afghanistan da gennaio 2018 anche dopo la caduta di Kabul nel 2021).

E il loro servizio, risultato del lavoro di 6 mesi in Afghanistan, viene valorizzato in una duplice mostra a Parigi dal titolo No Woman’s Land, nell’ambito del Photo Saint Germain Festival, in collaborazione con Amnesty International.

La prima si è inaugurata il 25 ottobre 2024 al Refettorio dei Cordeliers, dove rimane fino al 18 novembre, la seconda, al Port de Solférino, di fronte al Museo d’Orsay dal 31 ottobre al 18 dicembre 2024.

La mostra è incentrata sulla condizione delle donne e delle ragazze in Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021.

Durante la loro permanenza in quel paese esse hanno incontrato più di 100 donne e ragazze, a cui è stato impedito di andare a scuola, costrette a rimanere a casa, giornaliste e attiviste che continuano a lottare per i loro diritti, madri che guardano con orrore la storia ripetersi per le loro figlie.

Hanno documentato come i talebani, autorizzati da una società profondamente patriarcale, abbiano sistematicamente cancellato le donne dalla società, privandole dei loro diritti più basilari: andare a scuola, all’università, al lavoro, viaggiare, vestirsi come desiderano, andare ai bagni pubblici, ai parchi o persino al salone di bellezza.

 A fine agosto 2024, il regime talebano ha ulteriormente rafforzato il suo controllo emanando una nuova legge che impone alle donne di coprirsi il viso con una mascherina e proibisce loro di far sentire la propria voce in pubblico, incluso cantare, recitare o leggere ad alta voce.

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