Un progetto espositivo inedito dell’artista israeliano Khalil Rabah
La Fondazione Merz di Torino presenta la mostra KHALIL RABAH. Through the Palestinian Museum of Natural History and Humankind
La Fondazione Merz ospita dal 30 ottobre 2023 il progetto espositivo dell’artista Khalil Rabah (Gerusalemme, 1961) intitolato Through the Palestinian Museum of Natural History and Humankind.
L’esposizione, concepita da Khalil Rabah (Gerusalemme, 1961) per la Fondazione Merz e curata da Claudia Gioia, nasce come estensione del Palestinian Museum of Natural History and Humankind (PMNHH), progetto artistico sviluppato come un’istituzione museale nomade che l’artista ha inaugurato nel 2003.
Il museo di Rabah, che comprende dipartimenti come geologia, botanica e paleontologia, ha visto diverse iterazioni in tutto il mondo e si identifica come un progetto in continuo divenire.
A Torino, per la prima volta, il Palestinian Museum of Natural History and Humankind di Khalil Rabah assume la forma di un cantiere archeologico, in cui il visitatore è invitato a immergersi in un racconto storico restituito attraverso testimonianze e indizi.
Negli spazi della Fondazione Merz, l’artista sfida il ruolo del museo come mero contenitore e si focalizza sull’arte come strumento di interpretazione e correzione della storia.
Il progetto di Rabah intende, infatti, mettere in discussione il potere degli organi ufficiali nella scrittura della storia e anche la metodologia espositiva dei musei che presentano il loro contenuto in una prospettiva unilaterale.
La pratica artistica di Khalil Rabah spazia tra pittura, scultura e installazione per costruire un’analisi lucida e attenta della storia e delle sue interpretazioni, mettendone in discussione le modalità narrative e la percezione che generano.
Il museo di Khalil Rabah nasce dal legame dell’artista con la Palestina, ma progressivamente assume un respiro globale, che guarda a tematiche molto ampie come i flussi migratori, il cambiamento, la memoria e l’identità culturale, tutti temi che si intersecano nei suoi lavori, creando nuovi modi di rappresentare le comunità e i rapporti che le compongono.
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