Maestro dell’arte cinetica Julio le Parc calca le scene internazionali dell’arte dagli anni Sessanta del Novecento
Galleria Continua di Roma presenta la mostra dell’artista JULIO LE PARC. Melodia, allestita fino al 10 marzo
Fondata a San Gimignano nel 1990 da tre giovani appassionati d’arte Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, Galleria Continua è cresciuta negli anni in qualità delle proposte espositive e il suo prestigio internazionale è cresciuto parallelamente all’apertura di sedi in Italia, Francia, Brasile, Cuba e Cina.
Dal 26 gennaio 2024 la sede di Roma della Galleria presenta la mostra Melodia dell’artista argentino Julio le Parc.
Julio le Parc (Mendoza, 1928) è una figura di importanza storica nell’arte cinetica e contemporanea ma anche nell’impegno a difesa dei diritti umani.
A Parigi nel 1960, è stato tra i fondatori dell’influente Groupe, collettivo de Rechherche D’Art Visuel (GRAV), insieme a Horacio Garcia Rossi, Francisco Sobrino, François Morellet, Joël Stein e Jean-Pierre Vasarely (Yvaral).
I primi dipinti di Le Parc furono influenzati dal movimento costruttivista noto come Arte Concreta animato da artisti come Piet Mondrian e Victor Vasarely.
Le Parc ha continuato sul suo percorso indipendente, applicando rigorosi principi organizzativi ai suoi dipinti, sia esplorando le quattordici scale di colori o bianco, grigio e nero in infinite combinazioni variabili ma precise.
Ha prodotto dipinti fondati contemporaneamente su rigorosi sistemi di organizzazione di superficie e correlazione delle forme, nonché a vibranti rilievi e installazioni immersive.
Si preoccupa da tempo di come l’arte potrebbe considerare la partecipazione del pubblico e la sua ricerca sull’instabilità percettiva come pioniere dell’arte cinetica e operativa ha portato a opere importanti che coinvolgono luce e movimento.
Le Parc è particolarmente interessato ad aprire nuove relazioni tra l’oggetto artistico e lo spettatore, per cui il visitatore non è più un osservatore passivo e dipendente, ma un partecipante attivo all’interno di un’esperienza dinamica.
Già nel 1966 la critica internazionale ne riconosceva il valore quando alla 33^ biennale d’Arte di Venezia otteneva il Leone d’oro per la pittura.
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