Straordinarie immagini di un lungo viaggio del fotografo americano John R. Pepper tra i più remoti deserti del globo
Inhabited Deserts – John R. Pepper
Dal 3 ottobre la città di Todi ospita una mostra personale del fotografo e regista americano John R. Pepper realizzata in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.
John è figlio d’arte, nato a Roma nel 1958 da Curtis Bill Pepper, inviato di guerra e capo della redazione romana della rivista Newsweek, e dalla scultrice Beverly Pepper.
Non è un caso la mostra di John a Todi, città che ospita la sede della fondazione dedicata al nome di sua madre Beverly.
Pepper che vive oggi tra Palermo, Parigi e New York, ha iniziato la sua carriera al fianco del grande fotografo italiano Ugo Mulas, che per primo lo introdusse nel mondo della Street Photography.
Per trent’anni ha continuato a dedicarsi alla fotografia dirigendo al contempo lavori per il cinema e il teatro.
Nella mostra di Todi John R. Pepper racconta il suo viaggio tra i più remoti deserti del mondo facendo scoprire a chi lo segue in questa sua avventura un mondo, anche interiore, straordinario.
Egli in tre anni ha percorso 18.000 chilometri nei deserti di Dubai, Egitto, Iran, Israele, Mauritania, Oman, Russia e Stati Uniti.
Ha scoperto luoghi suggestivi che esprimono complessità e diversità emotive oltre che geografiche.
Il suo è stato un viaggio interiore che emerge dai silenzi delle immagini e palesa la scoperta di quanto questi accomunino l’umanità in incontri intensi e profondi.
Le oltre cinquanta immagini, in bianco e neroin mostra a Todi non sono infatti solo fotografie di viaggio, non conducono ai luoghi reali in cui sono state prese, ma portano altrove, in un luogo nuovo, dove la mente e l’immaginazione si ritrovano in una dimensione nuova dell’uomo di fronte a se stesso.
I contrasti di luce e ombra, bianco e nero, le armonie dei grigi, la semplicità delle forme e la complessità dei dettagli, il “silenzio” del deserto trasformano le fotografie in potenti metafore della condizione umana e lo fanno paradossalmente nella totale assenza di presenza umana.
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