Il fotografo IRVING PENN ha preso ispirazione da oggetti familiari e, cercando la bellezza in ambienti di rumore ridotto ed estetica minimale, ha offerto un linguaggio visivo distillato.
IRVING PENN
La Galleria Cardi è stata fondata a Milano, nell’aprile 1972 da Renato Cardi per promuovere il lavoro di quegli artisti italiani moderni e contemporanei che aveva iniziato a collezionare con previdenza alla fine degli anni ’60.
Renato ha costruito una illustre collezione che comprendeva artisti come Cy Twombly, Lucio Fontana, Piero Manzoni e molti altri, tutti relativamente sconosciuti all’epoca, e negli anni ha acquisito opere che vanno dall’arte povera allo spazialismo.
Dal 9 settembre la galleria ospita una interessante mostra personale del fotografo americano Irving Penn.
Considerato uno dei più grandi fotografi del XX secolo, Irving Penn (1917-2009) ha radicalmente modernizzato la fotografia come mezzo, creando un canone che manifesterebbe un’eredità ricca e influente di lavoro commerciale e personale.
Guidato dal leggendario fotografo e direttore artistico Alexey Brodovitch, Penn ha iniziato a lavorare come artista pubblicitario per Harper’s Bazaar alla fine degli anni ’30 e successivamente per American Vogue nei primi anni ’40.
Incoraggiato da Alexander Liberman, direttore editoriale di Vogue, si dedicò alla fotografia professionale nel 1943.
Nei successivi sessant’anni, Penn ha fotografato più di 150 copertine per Vogue e prodotto migliaia di editoriali innovativi celebrati per la loro semplicità formale e l’uso della luce naturale.
I contributi artistici di Penn per Vogue hanno formato un’eredità senza precedenti.
La mostra riunisce notevoli capolavori che collocano il lavoro di Penn nel contesto di vari soggetti artistici, sociali e politici.
In mostra alcuni dei suoi motivi più iconici, che vanno da accattivanti ritratti di celebrità e gruppi culturali, a imponenti immagini di detriti stradali e nature morte surreali.