Follow the white rabbit

Quando si parla di donne, il percorso da fare non è così facile, un po’ come quello che fa Alice seguendo White Rabbit nella sua tana

 

Follow the white rabbit

 

 

 

 

 

L’autostima si costruisce sulla base delle interpretazioni che una persona dà di quello che accade intorno.

Ciò accade, come tale, in base all’immagine di noi che gli altri ci rimandano.

Questo succede, ad esempio, in relazione a come noi stessi ci vediamo, ci giudichiamo e al tipo di valore che ognuno di noi si attribuisce.

Mi viene in mente un aforisma:

Non appartengo all’idea che glia atri hanno di me”(©Trehyus).

I risultati che otteniamo fanno il resto.

Possiamo dire che questa cosa che chiamiamo autostima scaturisce dai risultati delle nostre esperienze confrontati con le nostre aspettative ideali.

E sono molto pericolose le aspettative.

Soprattutto quando si parla di donne, il percorso da fare non è così facile, un po’ come quello che fa Alice seguendo il Bianconiglio (White Rabbit) nella sua tana.

Perché Alice nel paese delle meraviglie?

Alice, correndo dietro al Bianconiglio si infila in un’apertura buia e stretta.

La bambina sa che non dovrebbe ma continua a seguire quel buffo coniglio con l’orologio e il panciotto.

Alice finisce per scivolare dentro una profonda buca, ma non deve aver paura perché la sua gonna si apre facendo da paracadute e scende piano piano.

Come tale, Alice, è la “metafora” ideale per un percorso perché descrive un processo di formazione e di crescita.

La bambina, soprattutto, attraversa esperienze, nel mondo delle meraviglie, che mettono in crisi e in discussione tutte le sue precedenti esperienze.

Le fanno incontrare la possibilità che ci sia anche un altro modo di vedere e vivere le cose.

Il suo concetto di “normalità” viene messo certamente in crisi.

Il suo viaggio è fortemente caratterizzato da uno spirito di ricerca e ogni personaggio che le si oppone è la proiezione di una parte di sé stessa, che lei vuole conoscere e che interroga nel tentativo di recuperare l’identità perduta.

Il processo di consapevolezza e di ricerca passa attraverso una caduta all’indietro.

Ma per quale motivo Alice segue il Bianconiglio?

Perché mossa unicamente dalla curiosità.

La curiosità e la ricerca, la porteranno ad aprire tutte le porte, a mangiare o a bere tutto ciò che trova, ad avventurarsi in dialoghi scomodi.

La caduta verso il centro della terra ha connotazioni irreali, ci porta nell’immaginario, nel mondo del “come se”, ma non è un precipitare.

Alice atterra e si ritrova in un salone dove tutte le porte sono chiuse, da una porticina intravede un giardino meraviglioso.

Follow the white rabbit significato

Si tratta dell’eden dei sogni verso il quale immediatamente si puntano tutti i suoi desideri.

Per raggiungere le giuste dimensioni e per adeguarsi alla realtà che la circonda subisce una serie di mutamenti, di ingrandimenti e rimpicciolimenti della propria persona.

La spazialità, il pericolo, sono sempre presenti nella storia di Alice, quasi come a significare il bisogno-dovere di una persona di adeguarsi per raggiungere un obiettivo, una meta, rimanendo sempre fedeli a sé stessi.

La spazialità ci porta a riflettere e a smontare il concetto di spazio immutabile e quel concetto di sicurezza che si portava dietro, rimanendo sempre convinta delle proprie buone intenzioni.

Il giardino dell’eden che tanto aveva desiderato si trasforma per Alice in una profonda delusione delle sue aspettative.

Alice impara una lezione non da poco: le aspettative non sono all’altezza della realtà, e quando si parla di altezza, si intende nel significato più ampio del termine, cioè o sono un po’ meno della realtà (pessimismo) o sono più della realtà (ottimismo).

Il racconto si conclude nel momento in cui Alice esce dal sogno.

Ecco che, ora, si fa spazio la rabbia, la voglia di ripetere tutto, molto comune nelle donne.

Per di più c’è la filosofia del rivedere in moto perpetuo una situazione, cambiarla, per capire dove si poteva fare meglio.

Noi donne facciamo tutto questo per arrivare al nostro film, all’ideale, già presente nella mente, la naturale tensione femminile di far coincidere idea e realtà.

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