Una grande mostra sul Futurismo a quasi quarant’anni dalla prima grande antologica del 1986 a Venezia
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la mostra Il tempo del Futurismo, fino al 28 febbraio 2025
La prima grande mostra sul futurismo si tenne a Venezia nel 1986.
Organizzata da Fondazione Agnelli la mostra Futurismo & Futurismi curata da Pontus Hulten fu ospitata a Palazzo Grassi e rappresentò una pietra miliare nella ricerca del più importante movimento artistico italiano del Primo Novecento, per lungo tempo oscurato dalla storia per la vicinanza dei suoi protagonisti al fascismo.
Da allora si sono susseguite numerose mostre sul Futurismo e/o sui futuristi, tutte di grande interesse ma certo non all’altezza di quella prima del 1986.
Ora è la GNAM /Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma a voler prendere il testimone di quella lontana esperienza veneziana per proporre nella propria sede di Viale delle Belle Arti la mostra Il Tempo del Futurismo curata da Gabriele Simongini, che si aprirà al pubblico il 30 ottobre 2024.
Una mostra con prestiti da importanti Istituzioni come:
- da New York arriva infatti Lampada ad arco, capolavoro di Giacomo Balla di proprietà del MoMA
- da Desenzano sul Garda arriva invece il famoso idrovolante Macchi – Castoldi MC 72, velivolo che tra il 1934 e il 1939 fu il detentore del record mondiale di velocità, capace di sfrecciare a oltre 700 km all’ora.
- dal GAM di Milano arriva la splendida Bambina che corre sul balcone (1912) di Giacomo Balla
- Ben 18 opere arrivano dal Mart di Rovereto
- Tre arrivano dalla Pinacoteca di Brera
- Altri prestiti arrivano da Udine, dalla Banca d’Italia e altri ancora.
Il risultato è una mostra che propone ben 104 opere dei principali protagonisti del Movimento, con ben 25 solo di Giacomo Balla, 8 di Umberto Boccioni, 13 di Enrico Prampolini, e un’altra decina tra Fillia, Benedetta Cappa, Luigi Russolo, Ardengo Soffici, Gino Severini, aprendo lo scrigno dei propri depositi.
Mancano purtroppo molte opere che non arrivano dagli Stati Uniti, ma comunque è una grande mostra che merita di essere vista piuttosto che solo raccontata.
