Esposte per la prima volta al pubblico opere e collezioni canoviane della Chiesa di Padova
Il Museo Diocesano di Padova ospiterà la mostra IL CANOVA MAI VISTO. Opere dal Seminario vescovile e dalla chiesa degli Eremitani
Il 30 novembre 2024 si apre a Padova una stimolante mostra che aiuta a far luce su vicende che legano Padova e Canova a importanti esponenti dell’aristocrazia europea oltre ad artisti e intellettuali come la pittrice svizzera Angelica Kaufmann, autrice di un ritratto di Canova conservato in una collezione privata a Padova.
Ma sarà anche l’occasione per scoprire la figura di una nobildonna tedesca – Lodovica von Callenberg – e le relazioni che intercorrevano con l’aristocrazia italiana ed europea ed intellettuali e artisti europei quali Johann Wolfang von Goethe.
Al centro della mostra, dl titolo IL CANOVA MAI VISTO. Opere dal Seminario vescovile e dalla chiesa degli Eremitani, curata da Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, c’è il Vaso cinerario di questa contessa, ora patrimonio della Chiesa di Padova, originariamente collocato nel giardino esterno della chiesa degli Eremitani a Padova.
L’opera in marmo, realizzata da Antonio Canova tra il 1803-1807, data per distrutta dai bombardamenti del marzo 1944, che ferirono la città e danneggiarono profondamente il complesso degli Eremitani, è stata ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici.
L’opera ebbe una lunga e travagliata gestazione e solo alla fine dell’estate del 1807 giunse a Padova e venne collocata nello spazio verde dietro l’abside della chiesa degli Eremitani, dove venne piantato appositamente un cipresso che ancora oggi esiste.
Il Vaso cinerario era parte di un monumento funerario progettato e realizzato dagli architetti Domenico Fadiga e Giannantonio Selva, composto da un cippo a sostegno dell’opera canoviana su cui campeggiava una scritta di Johann Wolfgang von Goethe.
In mostra anche la copia in bronzo di un altro marmo scolpito da Canova: la Stele funeraria del principe Guglielmo d’Orange Nassau (1806-1808), rimasto nella Chiesa degli eremitani fino al 1896 quando la tomba fu trasferita dalla casata Orange Nassau nella chiesa nuova di Delft nei Paesi Bassi.
Due opere che sottolineano ulteriormente il legame dello scultore di Possagno con la città di Padova, che già è arricchita di importanti e note opere canoviane, pensate in origine per collezioni private e spazi pubblici (Prato della Valle, Ospedale Giustinianeo) e ora conservate ai Musei civici agli Eremitani.