La Svizzera rende omaggio al suo cittadino Guido Baselgia, il fotografo che fa riflettere sulla cecità dell’uomo che distrugge le ultime risorse del pianeta
Guido Baselgia. Come se il mondo dovesse essere misurato
WINTERTHUR – Fotostiftung Schweiz
Grüzenstrasse 45 CH-8400 Winterthur
Fino al 16 febbraio 2020
Famoso per le sue fotografie di paesaggi di pietra e ghiaccio – composizioni in bianco e nero altamente concentrate al limite dell’astrazione – Guido Baselgia (1953) sorprende con il suo ultimo ciclo di lavoro.
Baselgia aveva cominciatoinfatti la sua avventura fotografica, riprendendo con amore la sua terra natale, l’Engadina.
Ha rappresentato l’argento delle sue montagne innevate, stampate in un nitido bianco e nero.
Poi è risalito alla Norvegia, ove ha trovato gli stessi impatti visivi del bianco e nero.
E’ passato poi in Perù, Bolivia e Brasile ove è approdato nella foresta pluviale tropicale nel Bacino dell’Amazzonia.
Lo specialista della frugalità e del vuoto ha trovato così la strada per la sovrabbondanza: fotografa, si occupa della rappresentazione di un habitat onnipresente nella memoria visiva collettiva.
Coglie appieno la minaccia che incombe su quelle terre e i rischi di un impoverimento generale posto sotto i riflettori dei conflitti geopolitici.
La mostra al Fotostiftung Schweiz mostra per la prima volta le fotografie di Guido Baselgia dall’Ecuador orientale.
Il nuovo lavoro apre un altro capitolo della serie dei cicli di lavoro di Baselgia.
Il fotografo esplora domande elementari, attraversando le tracce di famosi esploratori nei suoi viaggi, ma le sue immagini mostrano una visione molto differenziata.
Il mondo non può più essere presunto, non ci sono più punti bianchi sulla mappa ove sia ancora possibile il gesto utilitaristico e coloniale di sfruttamento globale.
ORARI
Da martedì a domenica dalle ore 11.00 alle ore 18.00
(mercoledì chiude ore 20.00)
Lunedì chiuso
INFO
info@fotostiftung.ch