GOYA. I capricci

- DATA INIZIO: 27/04/2024

- DATA FINE: 13/10/2024

- LUOGO: PESCARA – Fondazione Museo Raffaele Paparella Treccia e Margherita Deviet

- INDIRIZZO: Villa Urania Viale Regina Margherita, 2

- TEL: +39 085 4223426

Goya fu maestro dell’incisione; aveva studiato a lungo le incisioni di Rembrandt e Piranesi

Fondazione Museo Raffaele Paparella Treccia e Margherita Deviet di Pescara ospita la mostra GOYA. I capricci

 

Fondazione Museo Raffaele Paparella Treccia e Margherita Deviet di Pescara ospita la mostra GOYA. I capricci
Installation view

 

Si chiude il 13 ottobre negli spazi di Villa Urania, sede del Museo Raffaele Paparella Treccia e Margherita Deviet a Pescara la mostra Goya. I Capricci, che presenta la serie completa di 80 incisioni del grande artist spagnolo, a cura di Michele Tavola, noto critico di grafica già conservatore museale presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Si tratta di un’occasione straordinaria di vedere tutte le 80 tavole de I capricci – Los caprichos, uno dei lavori più celebri e controversi che Goya realizzò fra il 1796 e il 1798 e che chiamò Caprichos per sottolinearne i caratteri strettamente connessi con la fantasia e l’immaginazione, “scherzi”, improvvisazioni fantastiche, ricche di figure irreali, abnormi, composite alla maniera delle grottesche cinque-seicentesche.

Los caprichos crearono molto scandalo nel 1799, quando furono pubblicati, in quanto Goya volle in qualche modo denunciare al mondo quanto in basso fosse caduta la società spagnola, mettendo in mostra attraverso I capricci i vizi, le contraddizioni e le ingiustizie del suo tempo.

Le ottanta tavole nascono dalla rielaborazione di un taccuino di disegni ed appunti di Goya fatti dal vero.

Il taccuino, detto di Madrid, era già ordinato in serie grafica, con precise didascalie, attorno ai temi del corteggiamento, della seduzione, di mascherate e tradizioni popolari, di vizi individuali che caratterizzeranno la società spagnola: amori tragici, stregonerie, persone inutili, ridicole galanterie, satira di natura politica, clericale ed erotica.

Per la rappresentazione Goya usò quanto ai suoi tempi offriva la tecnica dell’incisione calcografica ed in particolare le tecniche dell’acquaforte e dell’acquatinta.

Con l’acquaforte Goya incideva la lastra di rame o zinco, preventivamente ricoperte con cera, gomma, mastice, per tratteggiare il disegno delle figure con uno strumento a punta sottile, il bulino, in modo da mettere a nudo il metallo della lastra, poi l’acquatinta gli permetteva di realizzare superfici omogenee e compatte con tonalità più o meno accentuate.

Goya fu maestro dell’incisione; aveva studiato a lungo le incisioni di Rembrandt e Piranesi.

La sua abilità fu quella non solo di sommo disegnatore ma consistette anche nella capacità di immergere e trattenere la lastra nell’acido per ottenere scavi più o meno profondi e quindi chiaroscuri più o meno accentuati.

Il visitatore potrà fino al 13 ottobre ammirare questi  straordinari lavori di grafica  tra cui spicca la famosa opera– El sueno de la razon produce monstruos/ Il sonno della ragione genera mostri,  la cui immagine è utilizzata per la comunicazione della mostra stessa.

ORARI DI APERTURA

  • Martedì > domenica 09.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30

INFO

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