Gli artisti chiamati ad affrontare il tema della mostra Giorni Felici? invitano a rispondere alla domanda a partire dai propri conflitti e limitazioni
Lo ZAC /Zisa Zona Arti Contemporanee di Palermo propone la mostra collettiva Giorni felici? (Happy days?), a cura di Agata Polizzi
A Palermo, alle spalle del Castello della Zisa esistevano un tempo le Officine Ducrot, ventitré capannoni: esempi interessantissimi di archeologia industriale.
Erano spazi in abbandono ma con una naturale vocazione a diventare una straordinaria cittadella della cultura, sull’esempio di analoghi luoghi di lavoro obsoleti.
Così è stato quando l’amministrazione comunale negli anni novanta ha deciso di acquisirli, restaurarli e trasformarli nella ZAC /Zisa Zona Arti Contemporanee spazio espositivo per eventi teatrali, musicali e iniziative culturali di ogni genere.
ZAC ha aperto ufficialmente i battenti nel dicembre 2012.
Nello spazio dedicato alla creazione artistica contemporanea si è aperta al pubblico la mostra Giorni felici? (Happy days?), una mostra collettiva, a cura di Agata Polizzi, che presenta le opere di Chen Zhen, Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Silvia Giambrone e Genuardi Ruta.
La mostra prende spunto da ‘ The Clothes They Stood Up In’ (2001), il romanzo breve di Alan Bennett, tanto geniale quanto crudelmente disorientante, cogliendo dalla paradossale ironia del racconto una domanda semplice ma necessaria: è questa davvero la vita che vogliamo?
Il nostro spazio domestico, ruoli pubblici, vita quotidiana, relazioni, vestiti; tutto è messo in discussione.
Tale scenario sovverte l’illusione di inseguire giorni felici.
Siamo invece lasciati appesi alla domanda.
Guardandoci intorno, vediamo un’umanità infelice, guerre dimenticate, altre che non abbiamo mai voluto vedere, un pianeta sofferente, una povertà materiale e intellettuale che è prevalente e assunta come normalità.
Mentre Bennett con sarcasmo cinico descrive l’alienazione nell’iperbole dell’improvviso vuoto, Giorni Felici? cerca invece di immaginare che sia tempo di rispondere alla domanda a partire dai propri conflitti e limitazioni.
Questo è lo spirito con cui affrontano il tema gli artisti in mostra.
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