I servizi culturali: che cosa sono e come possono migliorare il benessere di tutti
I servizi culturali sono strumenti per garantire l’accesso alla cultura e migliorare il benessere di tutti. Scopri il loro funzionamento
I SERVIZI CULTURALI. Che cosa sono, a che cosa servono, come funzionano.
E stato pubblicato a febbraio 2024 dalla Editrice Bibliografica di Milano I servizi culturali. Che cosa sono, a che cosa servono, come funzionano, ultimo lavoro di ricerca di Annalisa Cicerchia. Economista della cultura, che dai primi anni Novanta si occupa di valutazione di impatto delle politiche culturali, di indicatori culturali e del rapporto fra cultura, arte e benessere.
La pubblicazione è particolarmente interessante per operatori culturali, studenti, ricercatori, ma anche policy makers e quanti sono interessati a capire come la cultura possa generare ben-essere ed effetti duraturi alla gamma più ampia e diversificata di persone. La cultura offre inoltre strumenti preziosi per capire come funzionano le organizzazioni culturali.
La nostra Costituzione impegna infatti la Repubblica a tutelare, garantire e promuovere l’uguaglianza dei cittadini rispetto ad alcuni beni fondamentali, come la libertà, il lavoro, la salute, la sicurezza, l’istruzione e la cultura.
Ma quali sono i servizi che garantiscono il diritto alla cultura, in un paese dove le barriere all’accesso sono ancora altissime e la partecipazione disegna mappe di straordinaria disuguaglianza?
Come si individuano, che cosa fanno, come funzionano i servizi culturali?
O, meglio, come si progettano, come si costruiscono, come se ne potenzia l’impatto e l’efficacia?
Il manuale di Annalisa Cicerchia parte da queste domande, esplora i bisogni che la cultura e le arti cercano di soddisfare e suggerisce alcune soluzioni che permettano di generare benefici duraturi per il maggior numero possibile di persone.
Secondo Cicerchia per servizio si intende un modo organizzato pensato e progettato per far sì che i benefici della cultura e delle arti raggiungano chi ne ha bisogno. La studiosa ricorda come lo Stato, con D.L. n. 146 del 20/09/2015 “Misure urgenti per la fruizione del Patrimonio Storico Artistico della Nazione” poi convertito nella Legge 182 del 201, abbia riconosciuto i servizi culturali come “servizi pubblici essenziali” al pari di quelli che garantiscono il diritto alla vita, alla salute, alla sicurezza, all’istruzione e alla libertà di circolazione.
I servizi culturali sono strumenti per garantire l’accesso alla cultura e migliorare il benessere di tutti.
Facendo ricorso alla sua lunga esperienza di ricercatrice sociale in ambito culturale, l’autrice evidenzia come siano ancora molte le barriere e i vincoli alla fruizione del patrimonio e come i livelli di partecipazione siano ancora condizionati da fattori di ordine economico e sociale, ma anche culturale.
Esistono infatti profonde differenze e disparità a livello territoriale e sociale ma va tuttavia sfatata la convinzione che siano i giovani la fascia necessariamente più disaffezionata all’arte e alla cultura.
Diversi capitoli sono dedicati al tema della conoscenza dell’utenza dei servizi culturali, della sua importanza e degli strumenti che si possono mettere in campo per raccogliere dati e addivenire a un modello efficace di rappresentazione del pubblico.
La parte centrale della pubblicazione, però, è lo spazio dedicato ai sei principi fondamentali cui i servizi pubblici devono conformarsi: eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza ed efficacia.
Un libro certamente interessante e stimolante per chi voglia impegnare il proprio lavoro e la propria professionalità in ambito culturale e voglia capire come la cultura possa generare benessere ed effetti duraturi alla gamma più ampia e diversificata di persone.