La collezione di Jean Pigozzi non ha un suo specifico spazio espositivo ma si esprime attraverso mostre ospitate da altre Istituzioni culturali
La Collezione di arte africana Jean Pigozzi
L’avanguardia europea della prima metà del Novecento ha sottolineato di aver scelto deliberatamente un linguaggio pittorico semplificato, “primitivo”.
Certamente molta strada è stata fatta nel riconoscimento dell’arte tradizionale africana e di paesi” non occidentali” da quando artisti come Picasso, Matisse, Braque, Vlamink, Brancusi, per citarne solo alcuni, nei primi anni del XX secolo scoprirono e rimasero affascinati a tal punto dal rompere con la tradizione accademica.
Eppure, si negava che le culture non europee e i popoli indigeni fossero capaci di produrre opere d’arte consapevoli.
Le produzioni degli “artisti” di quei popoli erano considerati materiali di studio e curiosità nei musei etnografici che sorgevano un po’ ovunque nel mondo anche in parallelo col il diffondersi del fenomeno del colonialismo occidentale in Africa e in oriente.
I Lavori di artisti del passato e contemporanei di quei paesi non erano ritenuti degni di far mostra di sé nei Musei d’arte.
Le cose sono cambiate nella seconda metà del secolo con i primi riconoscimenti al valore artistico dell’opera di artisti non occidentali, per consolidarsi poi in anni recenti con i crescenti riconoscimenti ad artisti africani nelle grandi manifestazioni internazionali d’arte come, in primis, Biennale di Venezia e Documenta di Kassel.
Già nel 1989 nasceva Dak’Art – Biennale de l’Art Africain Contemporain, la più importante vetrina internazionale, specificamente dedicata all’arte contmporanea africana.
Il leone d’oro alla carriera assegnato a Venezia all’artista ghanese El Anatsui dalla Biennale Arte del 2015 è un segno di questi tempi nuovi.
Opere di artisti africani hanno cominciato anche ad entrare nelle collezioni dei più prestigiosi musei a livello internazionale.
Tuttavia, non sono molte le collezioni d’arte interamente dedicate ai lavori di artisti africani, per cui assume un’importanza notevole la collezione d’arte africana di Jean Pigozzi, che non ha un suo specifico spazio espositivo ma si esprime attraverso mostre ospitate da altre Istituzioni culturali o prestiti a loro mostre.
Nato a Parigi, Jean era figlio di Enrico Teodoro Pigozzi, torinese che nel 1934 creò la Simca a Parigi per conto della Fiat, azienda che poi nel 1962 venderà alla Chrysler, morendo poco dopo.
Jean, si ritrovò giovanissimo con una fortuna abissale, ereditata dal padre, l’ha fatta fruttare, grazie alla sua attività nel capital risk (investì agli inizi anche in Facebook).
Vive tra Ginevra, Parigi, gli States, Panama, Londra e Antibes.
Sensibile all’arte non aveva manifestato particolari interessi finchè non avvenne un fatto particolare.
Era il 14 agosto 1989 e la mostra «Magiciens de la terre» allestita al Centro Pompidou di Parigi era al suo ultimo giorno
Quell’esposizione era stata organizzata per dare spazio ad artisti non europei o dell’America del Nord.
Jean Pigozzi decise di andarci.
«Mi fermai dinanzi agli africani. E rimasi sconvolto. Per me l’arte di quel continente era composta solo da sculture di legno o piccole statuette d’oro. E, invece, mi ritrovai di fronte a opere creative e contemporanee», questa fu la reazione di Pigozzi da quella visita.
Da allora Pigozzi ha messo insieme la più grande collezione al mondo d’arte africana contemporanea- La Contemporary African Art Collection / Caacart con più di dieci mila pezzi stipati nel porto franco di Ginevra.
Per oltre vent’anni Jean Pigozzi si è avvalso, per gli acquisti, della consulenza e collaborazione del curatore di quella mostra André Magnin, un’infanzia trascorsa in Africa e un’insana passione per l’arte di quelle terre.
Ora solo una piccola parte è stata esposta nel 2017 alla Fondazione Louis Vuitton a Parigi, nell’ambito della mostra «Art/Afrique, le nouvel atelier», evento di un successo inaspettato.
Certamente gli artisti in mostra, fino ad allora sconosciuti, sono diventati star dell’arte a livello internazionale grazie a Pigozzi
La Contemporary African Art Collection (Caacart) ha un sito in cui è possibile anche una virtual visit: https://caacart.com
Un sito che merita una visita.