L’intero ciclo pittorico è stato acquisito da “Haltadefinizione” con tecnologie Megapixel che ripropongono le immagini nei minimi dettagli
Digitalizzati gli affreschi di Giotto alla cappella Scrovegni di Padova
La Cappella intitolata a Santa Maria della Carità, affrescata a Padova tra il 1303 e il 1305 da Giotto su incarico di Enrico degli Scrovegni costituisce uno dei massimi capolavori dell’arte occidentale.
La narrazione ricopre interamente le pareti con le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana.
L’edificio era originariamente collegato al palazzo di famiglia, fatto erigere dopo il 1300, seguendo il tracciato ellittico dei resti dell’arena romana.
Oggi la cappella, di proprietà del Comune, rappresenta uno dei centri di maggior attrazione della città di Padova, a livello internazionale.
Entrare fisicamente nella cappella offre una emozione incredibile.
Sembra di immergersi in un mondo ove arte e fede si diffondono e penetrano nel tuo animo, come spirito benigno.
Una quindicina d’anni fa ebbi occasione di salire nei ponteggi allestiti per l’ultimo restauro effettuato e la vista diretta e ravvicinata delle figure nella seconda fascia superiore mi colpì per la bellezza dei tratti, per la ricchezza ed espressività dei volti, per l’equilibrio della composizione.
Avevo davanti agli occhi particolari che i visitatori non possono ammirare, come i pesci nel Giordano del “battesimo di Gesù”, o i fiori nel deserto nell’immagine di Gioacchino che si ritira con i pastori o gli sguardi dei personaggi che animano le scene della vita di Gesù o il Giudizio Universale.
Ebbi lo straordinario privilegio riservato esclusivamente ai restauratori che su quelle impalcature si sono alternati per far arrivare fino a noi, integro, un bene patrimonio dell’umanità.
Fu un’esperienza straordinaria che stimola ancor di più il piacere della vista d’insieme dell’intero ciclo pittorico.
Ora tutti i dettagli che animano gli oltre settecento metri quadrati della superficie affrescata, sono stati impressi in 14.000 fotografie ad alta risoluzione scattate in oltre un anno di lavoro.
L’intero ciclo pittorico è stato acquisito da “Haltadefinizione” con tecnologie Megapixel che ripropongono le immagini con la stessa precisione e ricchezza di particolari che l’occhio umano può cogliere da vicino.
Un’iniziativa che era nata per finalità legate alle esigenze della conservazione e del restauro ma che possono diventare un incredibile strumento di promozione della conoscenza del capolavoro giottesco, non alternativo ma complementare alla visita dal vivo.
La memoria dei particolari impressa nella mente attraverso la visione digitale permetterà infatti, di godere in tutta la sua pienezza il piacere di immergersi dal vivo nell’atmosfera magica della cappella.
E chissà poi se, come avvenuto per l’immagine digitale del Tondo Doni di Michelangelo, recentemente venduto per 240.000 € con la formula NFT Non Fungible Token, immagini digitali della cappella non possano diventare opere interessanti questo nuovo e innovativo mercato dell’arte.
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