Una mostra che riflette sul mondo internet dagli esordi alla dimensione commerciale
La Fondazione Modena Arti Visive/ FMAV presenta la mostra di EVAN ROTH, Mondi Distorti, fino a febbraio 2024
Grazie alla molteplicità delle sedi che gestisce e raccogliendo l’eredità delle tre istituzioni confluite in essa – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia di Modena, Museo della Figurina – Fondazione Modena Arti Visive si presenta come un distretto culturale che valorizza il patrimonio culturale della città e organizza mostre, corsi di alta formazione, laboratori, performance e conferenze.
Si è inaugurata il 24 novembre alle ore 18 la mostra personale di EVAN ROTH, Mondi Distorti a cura di Chiara Dall’Olio.
L’artista americano, per la prima volta in Italia con una personale, opera tra fotografia, video, installazione e pittura.
Al centro della sua ricerca artistica ci sono le distorsioni presenti sia a livello tecnico che socio-politico nel mondo delle reti digitali.
Attraverso le sue opere Evan Roth rende visibili agli occhi di tutti gli aspetti invisibili delle tecnologie legate alla comunicazione, sfidando così la normale percezione che si ha di esse.
La mostra presenta opere realizzate tra il 2013 e il 2023 che riflettono sulla relazione tra internet e la società.
Il percorso espositivo si apre con l’opera inedita “…”[dot dotdot] realizzata per l’occasione.
Un prisma triangolare sospeso e rovesciato, formato da un intreccio di cavi ethernet che convergono verso la punta entro cui è collocato un router a cui i visitatori possono connettersi.
L’immagine della piramide rimanda al logo di Kopimi ma anche all’antenna radio eretta a Poldhu in Cornovaglia, da Guglielmo Marconi nel 1901 come stazione di trasmissione per il telegrafo senza fili, da cui fu inviato il primo segnale radio transoceanico, tre punti nell’alfabeto Morse, che rappresentano la lettera S.
Con questo parallelo si vuole sottolineare la similitudine tra internet e la radio, il primo strumento di comunicazione globale libero ed efficace, utilizzato per le comunicazioni pubbliche e private e per la diffusione di messaggi indipendenti, ad esempio durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’installazione“…”[dot dotdot] è accompagnata dalla serie di dipinti in acrilico Strands, nata nel 2020 e ancora in corso, che sovrappone il sistema della cartografia alla rete, entrambi ritenuti affidabili, ma frutto di fraintendimenti causati dalle strutture di potere.
I dipinti sono stati creati utilizzando un software personalizzato progettato dall’artista per la manipolazione delle immagini che utilizza 121 proiezioni cartografiche inventate da scienziati di tutte le epoche (dal 150 d.C. al 2018).
Il percorso espositivo continua con la serie di video Skyscapes e con la video – installazione Landscapes(2016 – 2020) e si conclude con una serie di sculture Bent Networks.
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