Gli artisti in mostra sanno creare forme che si fondono in un’atmosfera onirica e visionaria
Museo MAXXI presenta nella sede de L’Aquila la mostra Diario Notturno Di sogni, incubi e bestiari immaginari
Fino al 3 marzo è allestita al MAXXI L’AQUILA – Museo nazionale delle arti del XXI secolo la mostraDIARIO NOTTURNO. Di sogni, incubi e bestiari immaginari, a cura di Bartolomeo Pietromarchi con Chiara Bertini e Fanny Borel.
La mostra presenta le opere di tredici artisti internazionali nati nell’ultimo trentennio del secolo scorso: Bea Bonafini, Thomas Braida, Guglielmo Castelli, Giulia Cenci, Caterina De Nicola, Anna Franceschini, Diego Marcon, Wangechi Mutu, Valerio Nicolai, Numero Cromatico, Agnes Questionmark, Jon Rafman e Alice Visentin.
A questi si aggiunge un progetto speciale di Giuseppe Stampone in dialogo con le fotografie di Scanno della Collezione Franco e Serena Pomilio.
Il titolo della mostra, Diario Notturno, che rende omaggio a uno dei capolavori letterari di Ennio Flaiano, invita ad abitare i sogni e ad esplorare gli incubi del presente.
In una contemporaneità caratterizzata da trasformazioni costanti, gli artisti coinvolti propongono un comune approccio immaginifico, ironico o perturbante, che, mutuando un termine riferito all’intelligenza artificiale, potrebbe essere definito “generativo”.
All’interno del percorso espositivo, in continuità con l’atmosfera onirica e visionaria delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto speciale di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno.
Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie del suggestivo borgo di Scanno provenienti dalla Collezione Pomilio e realizzate da Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna: immagini nelle quali si riscontra uno sguardo sulla vita quotidiana di uno dei borghi più rappresentativi d’Abruzzo, con particolare attenzione all’operosità delle donne di cui si riconoscono gli abiti tradizionali.