Opere commissionate dal Museo d’Arte Orientale di Torino che fanno dialogare l’arte contemporanea con il patrimonio storico del museo
Il Museo d’Arte Orientale di Torino ospita la mostra Declinazioni Contemporanee, aperta dal 2 novembre al 31 ottobre 2025
In occasione di Artissima, da sabato 2 novembre il Museo d’Arte Orientale/MAO di Torino presenta la seconda edizione di Declinazioni Contemporanee, il programma di residenze d’artista e commissioni site-specific che utilizza l’arte contemporanea come mezzo per interpretare, rileggere e valorizzare il patrimonio museale, calandolo nel presente per individuare connessioni e significati inediti fra epoche e culture diverse.
Alle opere di Marzia Migliora, Kengo Kuma, Lee Minge e Francesco Simeti, presentate nel 2023, si aggiungono quest’anno le installazioni di Qiu Zhijie e Charwei Tsai e Ultraworld di Patrick Tuttofuoco, opera luminosa realizzata per la facciata del MAO e che farà parte di Costellazione, sezione collaterale di Luci d’Artista.
Nel particolare
- Qiu Zhijie (Fujian, Cina 1969) presenta Mapping the World Project”, produzione site- specific che prende avvio da Mappamundi, decennale progetto dell’artista che per dieci anni ha tracciato intricate mappe delle relazioni tra le sue varie opere d’arte.
Nelle mappe che sono seguite, l’inchiostro e la pennellata della pittura di paesaggio hanno delineato un sistema di coordinate che condensa individui, eventi, idee, oggetti e situazioni, intrecciandoli tra loro e offrendo la possibilità di comprenderli in relazione gli uni agli altri.
- Charwei Tsai (Taipei Taiwan 1980) presenta un’installazione di oltre 100 vasi votivi collocati su un basamento di oltre 10 metri che attraversa i giardini del museo.
I vasi, realizzati con una raffinata tecnica ceramica, sono successivamente decorati a mano dall’artista con iscrizioni di preghiere.
Mescolando tradizione artistica e rituale, l’opera prevede una partecipazione attiva e performativa dei visitatori, che sono invitati a lasciare piccole offerte all’interno dei vasi.
- Patrick Tuttofuoco (Milano 1974) ha immaginato una forma che fosse in grado di unire in un unico campo espressivo istanze apparentemente opposte – oriente/occidente, femminile/maschile, .. – che diventano la materia base per riflettere sul superamento dei confini legati al genere e all’abbattimento di stereotipi, etichette e categorie, nel tentativo di dirottare attenzione e luce sull’identità dell’individuo, sulla sua essenza, e non sulla sua apparenza.