Terranova Sappo Minulio

I capolavori nascosti di Terranova Sappo Minulio:i coperchi sepolcrali della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta

TERRANOVA SAPPO MINULIO – E’ un piccolo comune di 535 abitanti della provincia di Reggio Calabria.Situata alla sinistra del torrente Marro,si trova tra Taurianova e Varapodio. Fondata durante il periodo Svevo,più precisamente durante il regno di Manfredi l’ultimo esponente d’una prestigiosa dinastia imperiale,vanta un’antica storia che rivive attraverso le testimonianze culturali e monumentali. Passeggiando per le vie del paese,ci appare la maestosa facciata della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta costruita a cavallo degli anni novanta del XVIII sec. dopo la distruzione della cittadina in seguita al terremoto del 1783.

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I portali in pietra delle “case palaziate” a Terranova Sappo Minulio

Passeggiando per Terranova S.M. si possono ammirare alcuni palazzi nobiliari come Palazzo Pigneti e Palazzo Zito che a partire dai primi anni dell’800,furono fatti costruire dalle famiglie più in vista della zona,in conseguenza del terremoto del 1783 che rase quasi al suolo l’antica Terranova. Dell’intero patrimonio edilizio rimase ben poco. I danni materiali raggiunsero la stima di 500.000 ducati,ponendo Terranova al quinto posto dopo Reggio,Polistena,Cittanova e Bagnara. Dopo il terremoto,nel 1785 fu redatta da Pietro Galdo una pianta topografica che nel 1788 fu sostituita da Galdo De Cosiron con la costruzione delle case palaziate. Queste case dette  palaziate, per distinguerle dal palazzo del feudatario del luogo,solitamente erano occupate dall’economo o esecutore del feudatario quando questi aveva la sua residenza principale in una cittadina differente. La particolarità di queste abitazioni è rappresentata dall’ingresso adorno da interessanti portali di pietra frutto delle maestranze locali le cui botteghe sono rimaste quasi sempre anonime. Anticamente, quando non esistevano materiali adatti a sopportare tensioni di trazione, i portali venivano costruiti ad arco in pietra o in mattoni composti in conci. I

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I portali in pietra delle “case palaziate” a Terranova Sappo Minulio

Passeggiando per Terranova S.M. si possono ammirare alcuni palazzi nobiliari come Palazzo Pigneti e Palazzo Zito che a partire dai primi anni dell’800,furono fatti costruire dalle famiglie più in vista della zona,in conseguenza del terremoto del 1783 che rase quasi al suolo l’antica Terranova. Dell’intero patrimonio edilizio rimase ben poco. I danni materiali raggiunsero la stima di 500.000 ducati,ponendo Terranova al quinto posto dopo Reggio,Polistena,Cittanova e Bagnara. Dopo il terremoto,nel 1785 fu redatta da Pietro Galdo una pianta topografica che nel 1788 fu sostituita da Galdo De Cosiron con la costruzione delle case palaziate. Queste case dette  palaziate, per distinguerle dal palazzo del feudatario del luogo,solitamente erano occupate dall’economo o esecutore del feudatario quando questi aveva la sua residenza principale in una cittadina differente. La particolarità di queste abitazioni è rappresentata dall’ingresso adorno da interessanti portali di pietra frutto delle maestranze locali le cui botteghe sono rimaste quasi sempre anonime. Anticamente, quando non esistevano materiali adatti a sopportare tensioni di trazione, i portali venivano costruiti ad arco in pietra o in mattoni composti in conci. I

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Come restaurare una superficie in marmo

Talvolta accade che il piano in marmo che ricopre la superficie di una consolle o del vecchio comodino di casa, presenti danni di varia natura quali:macchie, sbeccature o lesioni, che vanno a compromettere la bellezza e la stabilità del piano d’appoggio. Per quanto riguarda l’asportazione delle macchie di superficie, è consigliabile procurarsi i seguenti materiali:

– polvere di pietra pomice
– un panno di lana
– una spugna
– un barattolo di cera neutra in pasta per marmo o cotto.

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Talvolta accade che il piano in marmo che ricopre la superficie di una consolle o del vecchio comodino di casa, presenti danni di varia natura quali:macchie, sbeccature o lesioni, che vanno a compromettere la bellezza e la stabilità del piano d’appoggio. Per quanto riguarda l’asportazione delle macchie di superficie, è consigliabile procurarsi i seguenti materiali:

– polvere di pietra pomice
– un panno di lana
– una spugna
– un barattolo di cera neutra in pasta per marmo o cotto.

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C’era una volta l’artigianato

Nel cuore della città eterna, resistono ancora delle vie fuori dal tempo.Ad esempio colpisce la zona di Via dei Cappellari, tra Via del Pellegrino e Piazza Campo dè Fiori che è riuscita forse ancora per poco,a conservare l’atmosfera di una piccola città dove gli artigiani lavorano in strada. Si tratta comunque di oasi affascinanti in una zona che purtroppo sta cambiando volto:nel decennio 1995-2005 le botteghe artigiane, nel centro storico si sono ridotte di più della metà. La pressione fiscale, la mancanza di fondi adeguati e di interventi per la salvaguardia del settore, l’assenza di un ricambio generazionale, hanno fatto precipitare l’artigianato in una crisi profonda.
Eppure il ricordo di antichi mestieri artigiani è ancora vivo nella toponomastica della capitale: Via dei Cestari, Via dei Pianellari,Via dei Cartari, Via dei Leutari, Via dei Balestrieri , ma se l’artigianato continua a resistere per l’eroismo di pochi, numerose attività sono già scomparse.

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C’era una volta l’artigianato

Nel cuore della città eterna, resistono ancora delle vie fuori dal tempo.Ad esempio colpisce la zona di Via dei Cappellari, tra Via del Pellegrino e Piazza Campo dè Fiori che è riuscita forse ancora per poco,a conservare l’atmosfera di una piccola città dove gli artigiani lavorano in strada. Si tratta comunque di oasi affascinanti in una zona che purtroppo sta cambiando volto:nel decennio 1995-2005 le botteghe artigiane, nel centro storico si sono ridotte di più della metà. La pressione fiscale, la mancanza di fondi adeguati e di interventi per la salvaguardia del settore, l’assenza di un ricambio generazionale, hanno fatto precipitare l’artigianato in una crisi profonda.
Eppure il ricordo di antichi mestieri artigiani è ancora vivo nella toponomastica della capitale: Via dei Cestari, Via dei Pianellari,Via dei Cartari, Via dei Leutari, Via dei Balestrieri , ma se l’artigianato continua a resistere per l’eroismo di pochi, numerose attività sono già scomparse.

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Come restaurare una cornice in cartapesta

Come restaurare una cornice in cartapesta
Nel ‘600 le cornici venivano realizzate non solo in legno dorato,ma abili artigiani le realizzavano in cartapesta pressata, all’interno di appositi stampi. Il restauro delle cornici in cartapesta è un intervento molto delicato dettato dalla fragilità del materiale.Per intervenire,si possono seguire diverse tecniche di ripristino. Ad esempio: Nel caso in cui,una cornice sia stata realizzata con della carta macerata in acqua e colla,il pezzo mancante verrà ricostruito con il medesimo impasto.Vi sono due tipi di tecniche da me sperimentate: La tecnica della “cartapesta cava”e la tecnica della “cartapesta piena”. L’impasto, nella prima tecnica viene realizzato adoperando della carta di imballaggio che viene tagliata a strisce sottili,bagnate con colla cervione e incollate per strati,fino alla completa ricostruzione della lacuna o del pezzo mancante.

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Come restaurare una cornice in cartapesta
Nel ‘600 le cornici venivano realizzate non solo in legno dorato,ma abili artigiani le realizzavano in cartapesta pressata, all’interno di appositi stampi. Il restauro delle cornici in cartapesta è un intervento molto delicato dettato dalla fragilità del materiale.Per intervenire,si possono seguire diverse tecniche di ripristino. Ad esempio: Nel caso in cui,una cornice sia stata realizzata con della carta macerata in acqua e colla,il pezzo mancante verrà ricostruito con il medesimo impasto.Vi sono due tipi di tecniche da me sperimentate: La tecnica della “cartapesta cava”e la tecnica della “cartapesta piena”. L’impasto, nella prima tecnica viene realizzato adoperando della carta di imballaggio che viene tagliata a strisce sottili,bagnate con colla cervione e incollate per strati,fino alla completa ricostruzione della lacuna o del pezzo mancante.

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