Evan Penny per la prima volta in Italia. “Re Figured” al MARCA

Dopo il successo della personale dedicata a Enzo Cucchi, il MARCA di Catanzaro presenta Re Figured, la prima mostra pubblica in Italia dello scultore canadese Evan Penny, tra i maggiori interpreti dell’arte plastica contemporanea.  L’iniziativa, a cura di Daniel J. Schreiber, direttore della Kunsthalle di Tubingen, e Alberto Fiz direttore artistica del MARCA, promossa dalla Provincia di Catanzaro-Assessorato alla Cultura, è frutto di una partnership internazionale che coinvolge il museo insieme alla Stiftung Kunsthalle di Tubingen, al Museum der Moderne di Salisburgo e al museo AGO di Toronto. La rassegna è realizzata con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, dell’Associazione Scolacium e della Fondazione Rotella.  Re Figured, che s’inaugura al MARCA sabato 21 aprile alle ore 18,30 per rimanere aperta sino al 30 giugno, è la più importante mostra realizzata sino ad ora dell’artista con oltre 40 opere accompagnate da una selezione di stampe fotografiche.
I lavori sono in silicone, resina sintetica e bronzo e molti di essi hanno una dimensione monumentale con un’altezza di oltre due metri e mezzo come Aerial#2 o Stretch#1. Sono opere in gran parte realizzate nell’ultimo decennio ma non mancano testimonianze precedenti che documentano l’evoluzione creativa di Penny. Non a caso si parte da Jim, una scultura del 1985 che lo scultore ha rivisitato nel 2011 realizzando Jim Revisited servendosi della scansione laser con aggiunta di capelli e peli.

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Evan Penny per la prima volta in Italia. “Re Figured” al MARCA

Dopo il successo della personale dedicata a Enzo Cucchi, il MARCA di Catanzaro presenta Re Figured, la prima mostra pubblica in Italia dello scultore canadese Evan Penny, tra i maggiori interpreti dell’arte plastica contemporanea.  L’iniziativa, a cura di Daniel J. Schreiber, direttore della Kunsthalle di Tubingen, e Alberto Fiz direttore artistica del MARCA, promossa dalla Provincia di Catanzaro-Assessorato alla Cultura, è frutto di una partnership internazionale che coinvolge il museo insieme alla Stiftung Kunsthalle di Tubingen, al Museum der Moderne di Salisburgo e al museo AGO di Toronto. La rassegna è realizzata con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, dell’Associazione Scolacium e della Fondazione Rotella.  Re Figured, che s’inaugura al MARCA sabato 21 aprile alle ore 18,30 per rimanere aperta sino al 30 giugno, è la più importante mostra realizzata sino ad ora dell’artista con oltre 40 opere accompagnate da una selezione di stampe fotografiche.
I lavori sono in silicone, resina sintetica e bronzo e molti di essi hanno una dimensione monumentale con un’altezza di oltre due metri e mezzo come Aerial#2 o Stretch#1. Sono opere in gran parte realizzate nell’ultimo decennio ma non mancano testimonianze precedenti che documentano l’evoluzione creativa di Penny. Non a caso si parte da Jim, una scultura del 1985 che lo scultore ha rivisitato nel 2011 realizzando Jim Revisited servendosi della scansione laser con aggiunta di capelli e peli.

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Giorgio de Chirico: il labirinto dei sogni e delle idee

L’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta propone, al Centro Saint-Bénin di Aosta, dal 29 aprile al 30 settembre prossimi, la mostra Giorgio De Chirico. Il labirinto dei sogni e delle idee – a cura di Luigi Cavallo con Franco Calarota – che, attraverso un’importante selezione di opere, alcune raramente esposte e provenienti da prestigiose collezioni private e museali, si pone come un’occasione unica per osservare da vicino e godere di capolavori del Maestro di solito non accessibili al grande pubblico.  Come ricorda Luigi Cavallo nel catalogo della mostra, Giorgio de Chirico (Volos 1888 – Roma 1978) “è il pittore più nuovo del vecchio mondo. Gettare uno sguardo sulla sua opera significa ripercorrere le avventure creative del XX secolo, fondamenta e confronti per il nostro tempo”. La mostra al Centro Saint-Bénin di Aosta illustra il percorso all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche del suo lavoro: recupero della tradizione classica, suscitazioni surreali, riavvicinamento alla realtà attraverso le modulazioni del barocco e quindi l’invenzione di nuovi temi e di tecniche, dai Bagni misteriosi alla neometafisica. Capitoli che al loro apparire, nel sovrapporsi delle poetiche, hanno provocato polemiche in campo internazionale, le più accese per l’amore-odio che i surrealisti hanno avuto per De Chirico, riconosciuto l’iniziatore ideale del movimento francese. 

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Giorgio de Chirico: il labirinto dei sogni e delle idee

L’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta propone, al Centro Saint-Bénin di Aosta, dal 29 aprile al 30 settembre prossimi, la mostra Giorgio De Chirico. Il labirinto dei sogni e delle idee – a cura di Luigi Cavallo con Franco Calarota – che, attraverso un’importante selezione di opere, alcune raramente esposte e provenienti da prestigiose collezioni private e museali, si pone come un’occasione unica per osservare da vicino e godere di capolavori del Maestro di solito non accessibili al grande pubblico.  Come ricorda Luigi Cavallo nel catalogo della mostra, Giorgio de Chirico (Volos 1888 – Roma 1978) “è il pittore più nuovo del vecchio mondo. Gettare uno sguardo sulla sua opera significa ripercorrere le avventure creative del XX secolo, fondamenta e confronti per il nostro tempo”. La mostra al Centro Saint-Bénin di Aosta illustra il percorso all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche del suo lavoro: recupero della tradizione classica, suscitazioni surreali, riavvicinamento alla realtà attraverso le modulazioni del barocco e quindi l’invenzione di nuovi temi e di tecniche, dai Bagni misteriosi alla neometafisica. Capitoli che al loro apparire, nel sovrapporsi delle poetiche, hanno provocato polemiche in campo internazionale, le più accese per l’amore-odio che i surrealisti hanno avuto per De Chirico, riconosciuto l’iniziatore ideale del movimento francese. 

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Van Gogh a Genova

 

Non c’è dubbio che “Van Gogh e il viaggio di Gauguin” a Genova sia la mostra più visitata in Italia in questa stagione espositiva, e che in queste ultime settimane di apertura sia davvero difficile gestire la folla di chi non vuole perdere l’occasione per ammirare i capolavori concentrati in Palazzo Ducale. Marco Goldin e Linea d’ombra, in accordo con la Fondazione Palazzo Ducale, hanno prolungato la mostra. E in effetti le opere resteranno a disposizione del pubblico per altre due settimane oltre il termine del 15 aprile inizialmente previsto: sino al primo maggio, compreso.  Ma le richieste di gruppi, scuole e singoli sono tante e tali che questo prolungamento si rivela già insufficiente.

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Van Gogh a Genova

 

Non c’è dubbio che “Van Gogh e il viaggio di Gauguin” a Genova sia la mostra più visitata in Italia in questa stagione espositiva, e che in queste ultime settimane di apertura sia davvero difficile gestire la folla di chi non vuole perdere l’occasione per ammirare i capolavori concentrati in Palazzo Ducale. Marco Goldin e Linea d’ombra, in accordo con la Fondazione Palazzo Ducale, hanno prolungato la mostra. E in effetti le opere resteranno a disposizione del pubblico per altre due settimane oltre il termine del 15 aprile inizialmente previsto: sino al primo maggio, compreso.  Ma le richieste di gruppi, scuole e singoli sono tante e tali che questo prolungamento si rivela già insufficiente.

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La Vaccara e Maillet: nord e sud a confronto

Nord e sud a confronto in una doppia mostra a Palazzo Sertoli, sede espositiva della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese a Sondrio, e a Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, dall’11 maggio al 29 luglio 2012. Il nord è quello della Valtellina, rappresentata, senza naturalmente alcuna volontà di assolutezza, da Daniel Maillet, mentre il sud è quello della Sicilia, con le opere del catanese Filippo La Vaccara. Filippo La Vaccara (Catania, 1972) esporrà un importante gruppo di lavori recenti. Si tratta di una decina di grandi tele e di un numero quasi uguale di sculture, tutte ispirate alla sua poetica, cui ci ha ormai abituato sin dai suoi esordi alla fine degli anni Novanta. Un immaginario sognante ma non surreale, fatto di episodi quotidiani dotati però di una grazia speciale, di una sorta di sospensione temporale raggiunta attraverso una scelta pittorica figurativa apparentemente infantile, ma di fatto raffinatissima. Come rendere infatti, il senso di sottile mistero in un motociclista che corre su una strada o di una carrozzella che passa per le strade di una “raggiante Catania”? La Vaccara conosce perfettamente quali elementi della scena evidenziare e quali trascurare: ne esce una pittura dove il “fatto”, un evento anche minimo, è a tal punto esaltato da diventare un fatto che appartiene anche a chi guarda, anche allo spettatore.

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La Vaccara e Maillet: nord e sud a confronto

Nord e sud a confronto in una doppia mostra a Palazzo Sertoli, sede espositiva della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese a Sondrio, e a Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, dall’11 maggio al 29 luglio 2012. Il nord è quello della Valtellina, rappresentata, senza naturalmente alcuna volontà di assolutezza, da Daniel Maillet, mentre il sud è quello della Sicilia, con le opere del catanese Filippo La Vaccara. Filippo La Vaccara (Catania, 1972) esporrà un importante gruppo di lavori recenti. Si tratta di una decina di grandi tele e di un numero quasi uguale di sculture, tutte ispirate alla sua poetica, cui ci ha ormai abituato sin dai suoi esordi alla fine degli anni Novanta. Un immaginario sognante ma non surreale, fatto di episodi quotidiani dotati però di una grazia speciale, di una sorta di sospensione temporale raggiunta attraverso una scelta pittorica figurativa apparentemente infantile, ma di fatto raffinatissima. Come rendere infatti, il senso di sottile mistero in un motociclista che corre su una strada o di una carrozzella che passa per le strade di una “raggiante Catania”? La Vaccara conosce perfettamente quali elementi della scena evidenziare e quali trascurare: ne esce una pittura dove il “fatto”, un evento anche minimo, è a tal punto esaltato da diventare un fatto che appartiene anche a chi guarda, anche allo spettatore.

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Don McCullin. A Palazzo Magnani dall’11 maggio

Don McCullin (Londra, 1935), uno dei miti della fotografia del Novecento, è stato il testimone di molti dei conflitti e delle tragedie umanitarie che hanno connotato la seconda metà del secolo appena trascorso. A coinvolgerlo come fotografo e fotoreporter sono state, e sono, le sofferenze collettive, siano esse frutto di conflitti dichiarati, e quindi guerre, rivolte, conflitti etnici, che di tragedie ed emergenze sociali: le gang urbane, le diverse emarginazioni, il dramma dell’Aids in Africa. A Palazzo Magnani, dall’11 maggio al 15 luglio, la mostra Don McCullin. La pace impossibile. Dalle fotografie di guerra ai paesaggi 1958-2011 racconta il Novecento del nostro pianeta visto con gli occhi di questo straordinario testimone del tempo.  Quello proposto da Sandro Parmiggiani e Robert Pledge, curatori dell’esposizione, è un percorso di enorme potenza espressiva, lungo 160 immagini – fotografie rigorosamente in bianco e nero, tutte stampate personalmente da McCullin – scattate in alcuni dei teatri in cui McCullin ha volontariamente scelto di essere presente.

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Don McCullin. A Palazzo Magnani dall’11 maggio

Don McCullin (Londra, 1935), uno dei miti della fotografia del Novecento, è stato il testimone di molti dei conflitti e delle tragedie umanitarie che hanno connotato la seconda metà del secolo appena trascorso. A coinvolgerlo come fotografo e fotoreporter sono state, e sono, le sofferenze collettive, siano esse frutto di conflitti dichiarati, e quindi guerre, …

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Fondazione Magnani Rocca in una grande “Divina Commedia”

Incubi, angosce, estasi di grandi illustratori della Divina Commedia in un percorso di notevole suggestione che conduce il visitatore dalle tenebre infernali alla luce paradisiaca nelle sale espositive della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, presso Parma. Dal 31 marzo al 1° luglio 2012 è infatti Dante – attraverso le opere d’arte di Gustave Doré, Francesco Scaramuzza e Amos Nattini dedicate alla Commedia – il protagonista della nuova mostra proposta dalla Fondazione presieduta da Giancarlo Forestieri.  Dopo il passaggio in quell’Empireo terreno costituito dalle opere sublimi di alcuni dei più grandi artisti di ogni tempo esposte nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione, l’inizio della mostra, con la discesa alla Sala dell’Inferno, rappresenta un forte contrasto sottolineato dalla Sinfonia dantesca di Franz Liszt, grande musicista contemporaneo di Doré e di Scaramuzza, che accompagna il visitatore con le drammatiche note dedicate alla prima Cantica, passando poi per la Sala del Purgatorio fino al culmine mistico del Magnificat nella Sala del Paradiso. L’interesse del Fondatore Luigi Magnani per le corrispondenze fra varie espressioni artistiche trova così un nuovo omaggio nell’accostamento di poesia, arti figurative, musica, in una mostra, curata da Stefano Roffi, che offre al pubblico un forte coinvolgimento visivo quanto emotivo e spirituale.

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Fondazione Magnani Rocca in una grande “Divina Commedia”

Incubi, angosce, estasi di grandi illustratori della Divina Commedia in un percorso di notevole suggestione che conduce il visitatore dalle tenebre infernali alla luce paradisiaca nelle sale espositive della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, presso Parma. Dal 31 marzo al 1° luglio 2012 è infatti Dante – attraverso le opere d’arte di Gustave Doré, Francesco Scaramuzza e Amos Nattini dedicate alla Commedia – il protagonista della nuova mostra proposta dalla Fondazione presieduta da Giancarlo Forestieri.  Dopo il passaggio in quell’Empireo terreno costituito dalle opere sublimi di alcuni dei più grandi artisti di ogni tempo esposte nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione, l’inizio della mostra, con la discesa alla Sala dell’Inferno, rappresenta un forte contrasto sottolineato dalla Sinfonia dantesca di Franz Liszt, grande musicista contemporaneo di Doré e di Scaramuzza, che accompagna il visitatore con le drammatiche note dedicate alla prima Cantica, passando poi per la Sala del Purgatorio fino al culmine mistico del Magnificat nella Sala del Paradiso. L’interesse del Fondatore Luigi Magnani per le corrispondenze fra varie espressioni artistiche trova così un nuovo omaggio nell’accostamento di poesia, arti figurative, musica, in una mostra, curata da Stefano Roffi, che offre al pubblico un forte coinvolgimento visivo quanto emotivo e spirituale.

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