Goupil in mostra a Rovigo, Palazzo Roverella

Impressionisti italiani della Maison Goupil in mostra a Rovigo, Palazzo Roverella

Goupil in mostra a Rovigo, Palazzo Roverella

Tornano per la prima volta insieme le opere degli artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento, che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. Una Galleria che annoverava tra le sue fila pittori di diversa provenienza e formazione, francesi, italiani, spagnoli, ungheresi, una scuderia di artisti che, uniti da un comune progetto e sentimento, dipinsero scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in ombrosi giardini, scene in costume, pompeiano o settecentesco, vedute urbane e paesaggi animati. Opere che divennero immediatamente popolari e apprezzate da critici e mercanti, creando e alimentando un gusto collezionistico di respiro europeo e internazionale, i cui effetti proseguiranno ben oltre gli inizi del Novecento.
    Grazie allo studio degli inventari e dei documenti conservati nel Museo Goupil di Bordeaux e al Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra ricostruisce l’esatta consistenza delle opere dei circa cento artisti italiani che lavorarono per la Galleria, soffermandosi anche sul contesto storico, artistico e sociale che permise il formarsi di questo nuovo gusto borghese.

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Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Una grande mostra fa rivivere uno dei momenti magici dell’intera storia dell’arte italiana, quello vissuto nel Quattrocento dalla città di Prato quando qui operarono molti tra i maggiori artisti italiani dell’epoca.
    Per “Da Donatello a Lippi. Officina Pratese” , curata da Andrea De Marchi e da Cristina Gnoni Mavarelli, tornano in città capolavori creati in quegli anni e oggi dispersi in musei di mezzo mondo. La mostra è promossa dal Comune di Prato, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, e la collaborazione di Mondo Mostre, tra i principali organizzatori di eventi culturali in Italia.

    Intorno alla fabbrica della prepositura di Santo Stefano (poi cattedrale) presero forma imprese memorabili, da annoverare fra gli episodi più singolari ed affascinanti del primo Rinascimento. Per il pulpito destinato a mostrare la reliquia della Sacra Cintola, per gli affreschi della cappella dell’Assunta e della cappella maggiore, per altri arredi vennero chiamati artisti della grandezza di Donatello, Michelozzo, Maso di Bartolomeo, Paolo Uccello e Filippo Lippi. A loro va aggiunto il figlio di fra Filippo, Filippino, che da Prato prese le mosse e a Prato tornò a lavorare da anziano.

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Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Da Donatello a Lippi. Officina Pratese

Una grande mostra fa rivivere uno dei momenti magici dell’intera storia dell’arte italiana, quello vissuto nel Quattrocento dalla città di Prato quando qui operarono molti tra i maggiori artisti italiani dell’epoca.
    Per “Da Donatello a Lippi. Officina Pratese” , curata da Andrea De Marchi e da Cristina Gnoni Mavarelli, tornano in città capolavori creati in quegli anni e oggi dispersi in musei di mezzo mondo. La mostra è promossa dal Comune di Prato, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, e la collaborazione di Mondo Mostre, tra i principali organizzatori di eventi culturali in Italia.

    Intorno alla fabbrica della prepositura di Santo Stefano (poi cattedrale) presero forma imprese memorabili, da annoverare fra gli episodi più singolari ed affascinanti del primo Rinascimento. Per il pulpito destinato a mostrare la reliquia della Sacra Cintola, per gli affreschi della cappella dell’Assunta e della cappella maggiore, per altri arredi vennero chiamati artisti della grandezza di Donatello, Michelozzo, Maso di Bartolomeo, Paolo Uccello e Filippo Lippi. A loro va aggiunto il figlio di fra Filippo, Filippino, che da Prato prese le mosse e a Prato tornò a lavorare da anziano.

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“Cavalli e cavalieri”: Marino Marini al MAN di Nuoro dal 14 dicembre

Il tema “Cavalli e cavalieri” sarà oggetto di due mostre parallele, dal 15 dicembre al 24 febbraio prossimi al MAN di Nuoro. Il progetto di Lorenzo Giusti, neo direttore dell’istituzione nuorese, anticipa una delle linee del nuovo MAN: la contemporanea e contestuale presenza di importanti mostre sul Novecento italiano ed internazionale affiancate da ampie finestre sugli artisti contemporanei. Per questo primo test del suo progetto Lorenzo Giusti ha scelto un tema profondamente sardo, quello dei cavalli e dei cavalieri, declinato, da un lato, dall’artista del nostro Novecento che certo più di ogni altro lo ha rappresentato, ovvero Marino Marini. All’ampia mostra di Marini (oltre un centinaio le opere esposte) viene affiancato, come progetto parallelo ma indipendente, uno sguardo sulla produzione artistica contemporanea sul medesimo tema (Cavalli e Cavalieri. Post Scriptum). Attraverso la presentazione di alcuni lavori realizzati negli ultimi anni da artisti di rilievo internazionale, di diversa generazione e provenienza, tra i quali Alberto De Michele, Tue Greenfort, Pietro Mele, Anri Sala, Carolina Saquel, Nedko Solakov, Salla Tykka. I lavori selezionati, per quanto diversi gli uni dagli altri per modalità operative, sensibilità e finalità, condividono il riferimento alle figure del cavallo e del cavaliere, soggetti ancora capaci di evocare specifiche suggestioni e di farsi interpreti privilegiati della realtà presente.

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“Cavalli e cavalieri”: Marino Marini al MAN di Nuoro dal 14 dicembre

Il tema “Cavalli e cavalieri” sarà oggetto di due mostre parallele, dal 15 dicembre al 24 febbraio prossimi al MAN di Nuoro. Il progetto di Lorenzo Giusti, neo direttore dell’istituzione nuorese, anticipa una delle linee del nuovo MAN: la contemporanea e contestuale presenza di importanti mostre sul Novecento italiano ed internazionale affiancate da ampie finestre sugli artisti contemporanei. Per questo primo test del suo progetto Lorenzo Giusti ha scelto un tema profondamente sardo, quello dei cavalli e dei cavalieri, declinato, da un lato, dall’artista del nostro Novecento che certo più di ogni altro lo ha rappresentato, ovvero Marino Marini. All’ampia mostra di Marini (oltre un centinaio le opere esposte) viene affiancato, come progetto parallelo ma indipendente, uno sguardo sulla produzione artistica contemporanea sul medesimo tema (Cavalli e Cavalieri. Post Scriptum). Attraverso la presentazione di alcuni lavori realizzati negli ultimi anni da artisti di rilievo internazionale, di diversa generazione e provenienza, tra i quali Alberto De Michele, Tue Greenfort, Pietro Mele, Anri Sala, Carolina Saquel, Nedko Solakov, Salla Tykka. I lavori selezionati, per quanto diversi gli uni dagli altri per modalità operative, sensibilità e finalità, condividono il riferimento alle figure del cavallo e del cavaliere, soggetti ancora capaci di evocare specifiche suggestioni e di farsi interpreti privilegiati della realtà presente.

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I cavalli di Degas in mostra a Torino

È stata inaugurata, presso la Palazzina della Societa’ Promotrice delle Belle Arti di Torino, la mostra “Edgar Degas. Capolavori dal Musee d’Orsay”. Degas è stato uno dei più prestiggiosi rappresentanti dell’impressionismo francese e nella sua produzione pittorica sono celebri i quadri che ritraggono momenti delle corse dei cavalli. Degas era affascinato dai cavalli e dalle …

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I cavalli di Degas in mostra a Torino

È stata inaugurata, presso la Palazzina della Societa’ Promotrice delle Belle Arti di Torino, la mostra “Edgar Degas. Capolavori dal Musee d’Orsay”. Degas è stato uno dei più prestiggiosi rappresentanti dell’impressionismo francese e nella sua produzione pittorica sono celebri i quadri che ritraggono momenti delle corse dei cavalli. Degas era affascinato dai cavalli e dalle …

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A Milano, “Le Metamorfosi del Viaggiatore”

Ha avuto un gran successo il Concorso, alla sua prima edizione, promosso dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e dall’Associazione Illustratori sul tema del viaggiare. Indetto nel dicembre 2011, il Concorso si rivolgeva agli illustratori, fumettisti e artisti, italiani e stranieri. Il tema prescelto era quello del viaggio come rappresentazione visiva disegnata dell’esperienza personale e vissuta del partire e del tornare: dalla preparazione al viaggio di partenza a quella del ritorno, dai saluti delle persone che lasci ai volti delle persone che incontri, dallo straniamento alla conoscenza di nuovi luoghi. Ma anche viaggi onirici e immaginati, percorsi interiori e itinerari fantastici.

La giuria del Concorso, presieduta da Stefano Faravelli, famoso carnettista, ha selezionato 112 autori, le cui opere saranno esposte, dal 19 ottobre al 2 dicembre, in una mostra allestita presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese di corso Magenta, a Milano.

Per la mostra (e il catalogo, edito da Carthusia, con introduzione di Walter Fochesato) sono state individuate 123 opere singole, 18 carnet de voyage e 9 fumetti.

Ospite d’onore della mostra sarà proprio Stefano Faravelli, nella sua veste di carnettista. Sarà dedicata a lui la Sezione Speciale della Mostra.

“Stefano è il solo artista – afferma di lui Guido Ceronetti – in grado di dipingere con un capello presumibilmente corto, oppure un pelo di coniglio strappato in modo indolore…”.

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A Milano, “Le Metamorfosi del Viaggiatore”

Ha avuto un gran successo il Concorso, alla sua prima edizione, promosso dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e dall’Associazione Illustratori sul tema del viaggiare. Indetto nel dicembre 2011, il Concorso si rivolgeva agli illustratori, fumettisti e artisti, italiani e stranieri. Il tema prescelto era quello del viaggio come rappresentazione visiva disegnata dell’esperienza personale e vissuta del partire e del tornare: dalla preparazione al viaggio di partenza a quella del ritorno, dai saluti delle persone che lasci ai volti delle persone che incontri, dallo straniamento alla conoscenza di nuovi luoghi. Ma anche viaggi onirici e immaginati, percorsi interiori e itinerari fantastici.

La giuria del Concorso, presieduta da Stefano Faravelli, famoso carnettista, ha selezionato 112 autori, le cui opere saranno esposte, dal 19 ottobre al 2 dicembre, in una mostra allestita presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese di corso Magenta, a Milano.

Per la mostra (e il catalogo, edito da Carthusia, con introduzione di Walter Fochesato) sono state individuate 123 opere singole, 18 carnet de voyage e 9 fumetti.

Ospite d’onore della mostra sarà proprio Stefano Faravelli, nella sua veste di carnettista. Sarà dedicata a lui la Sezione Speciale della Mostra.

“Stefano è il solo artista – afferma di lui Guido Ceronetti – in grado di dipingere con un capello presumibilmente corto, oppure un pelo di coniglio strappato in modo indolore…”.

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Grande rassegna di Luiso Sturla al Palazzo della Pilotta

Si apre al Salone delle Scuderie in Pilotta il giorno 10 novembre alle ore 17 e fino al 9 dicembre 2012 una grande rassegna dell’intera ricerca di Luiso Sturla (Chiavari 1930). Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l’insieme delle opere donate al CSAC , 42 dipinti e 68 disegni, viene introdotto da un saggio di Ivo Iori; le schede delle opere sono di Marina Travagliati.

Luiso Sturla ha 82 anni ed è una delle poche figure di protagonisti sulla scena pittorica che ancora tiene viva la grande civiltà della pittura informale, di quella pittura che Arcangeli definiva degli “ultimi naturalisti” e che Roberto Tassi evocava, insieme a pochi altri, come un momento determinante della nostra ricerca artistica. Sturla ha alle spalle una lunga storia che qui in mostra si ripercorre felicemente attraverso 42 dipinti e 68 disegni. Una storia che vede il pittore legarsi, dopo gli inizi figurativi, al Movimento Arte Concreta, di cui si vedranno in mostra alcune importanti quanto rarissime prove, per poi avviarsi verso una nuova ricerca maturata anche in un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1960/62) dove dialoga con l’Action Painting e scopre quindi una dimensione differente del discorso pittorico, una grande libertà compositiva. Il ritorno in Italia gli propone esperienze diverse, quelle di Renato Birolli e delle sue immagini delle Cinque Terre e il fascino del ciclo degli Incendi, ma anche la novità dei pastelli a cera e della invenzione costante sui luoghi e su un medesimo tema di Ennio Morlotti che diventerà, dopo le tensioni dei paesaggi lombardi, ricerca sulle rocce, il cielo, il mare della Liguria.

Read moreGrande rassegna di Luiso Sturla al Palazzo della Pilotta

Grande rassegna di Luiso Sturla al Palazzo della Pilotta

Si apre al Salone delle Scuderie in Pilotta il giorno 10 novembre alle ore 17 e fino al 9 dicembre 2012 una grande rassegna dell’intera ricerca di Luiso Sturla (Chiavari 1930). Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l’insieme delle opere donate al CSAC , 42 dipinti e 68 disegni, viene introdotto da un saggio di Ivo Iori; le schede delle opere sono di Marina Travagliati.

Luiso Sturla ha 82 anni ed è una delle poche figure di protagonisti sulla scena pittorica che ancora tiene viva la grande civiltà della pittura informale, di quella pittura che Arcangeli definiva degli “ultimi naturalisti” e che Roberto Tassi evocava, insieme a pochi altri, come un momento determinante della nostra ricerca artistica. Sturla ha alle spalle una lunga storia che qui in mostra si ripercorre felicemente attraverso 42 dipinti e 68 disegni. Una storia che vede il pittore legarsi, dopo gli inizi figurativi, al Movimento Arte Concreta, di cui si vedranno in mostra alcune importanti quanto rarissime prove, per poi avviarsi verso una nuova ricerca maturata anche in un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1960/62) dove dialoga con l’Action Painting e scopre quindi una dimensione differente del discorso pittorico, una grande libertà compositiva. Il ritorno in Italia gli propone esperienze diverse, quelle di Renato Birolli e delle sue immagini delle Cinque Terre e il fascino del ciclo degli Incendi, ma anche la novità dei pastelli a cera e della invenzione costante sui luoghi e su un medesimo tema di Ennio Morlotti che diventerà, dopo le tensioni dei paesaggi lombardi, ricerca sulle rocce, il cielo, il mare della Liguria.

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Un grande Medhat Shafik, ultima acquisizione CSAC, alla Pilotta di Parma

Si apre a Parma il giorno 10 novembre alle ore 17 al Salone delle Scuderie in Pilotta e resterà aperta fino al 9 dicembre 2012, la mostra delle opere di Medhat Shafik, 25 dipinti e 106 carte, dagli anni sessanta al 2011, importante acquisizione delle collezioni del CSAC della Università di Parma. Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l’insieme delle opere, apre con un ampio saggio di Gloria Bianchino la quale ripercorre la ricerca dell’artista dalle origini ad oggi.
Medhat Shafik è un caso sul quale la critica ha aperto un dibattito che dura ancora oggi. Egiziano, a vent’anni giunge a Milano, studia e si diploma alla Accademia di Brera, vive facendo il traduttore, l’interprete, ma sempre per continuare a dipingere e oggi è certo una delle figure eminenti nella ricerca artistica in Italia e fuori. Il problema sta proprio qui, Medhat è un artista occidentale oppure un figlio della cultura in Egitto? E quale sarà poi la cultura dell’Egitto, quella delle antiche lontanissime piramidi e dei faraoni, quella dell’Islam, quella dei copti che sono i cristiani d’Egitto e che hanno sul Nilo, come la civiltà dell’Islam, una loro lunga storia? Il dibattito, la discussione della critica, quella degli interpreti della ricerca dell’artista, è proprio sulla interpretazione della sua ricerca, artista d’occidente oppure artista legato a una civiltà vagamente mediterranea. La grande raccolta donata al CSAC, con opere dagli anni sessanta al 2011, servirà forse anche a chiarire questa esperienza complessa e a ripercorrere una ricerca di ricca e vibrante capacità narrativa. Shafik è un grande narratore e le sue origini, le terre d’Egitto, il Nilo, la memoria degli spazi dei suk piuttosto che delle dune, i colori e il cotone, i vasi e i frammenti di scritture che affiorano un poco ovunque nei suoi dipinti, tutto, insieme al sogno di cieli alti, di notti nere di stelle, tutto questo è parte della memoria infantile e della giovinezza dell’artista e diventa, nel suo racconto, un altro sogno, quello della unione delle diverse culture sulle rive del Mediterraneo.

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